Rookie a chi? Devon Hall, dopo aver giocato all’università della Virginia, praticamente a casa, è stato brevemente nella NBA a Oklahoma City, in Australia a Cairns e in Germania a Bamberg. Non aveva mai giocato in EuroLeague e aveva solo sentito dire di quanto fosse dura, complicata, spietata, soprattutto per chi mancava di familiarità con avversari, ambiente, arbitri e naturalmente la natura della competizione. Devon Hall non ha battuto ciglia. Merito suo, merito della fiducia ricevuta e guadagnata, merito delle sue caratteristiche di giocatore probabilmente perfetto per questa lega. Hall può giocare tre ruoli, ha sostituito Malcolm Delaney da playmaker, ha giocato in quintetti small con due playmaker al fianco, ha segnato (21 punti a Madrid, record carriera, 14 gare in doppia cifra), ha dato via assist, difeso sempre ad alto livello, non importa contro quale attaccante, ha anche segnato il canestro della “de facto” vittoria contro l’ASVEL Villeurbanne, una tripla. L’altro tratto che lo rende speciale è il suo modo singolare di essere mancino: tira da fuori con la sinistra, ma se ti attacca da destra e può arrivare negli ultimi due-tre metri di campo e usare il tabellone, Hall usa la mano destra, teoricamente quella debole, con la medesima efficacia.

Come stile di gioco è il cosiddetto “throwback”, un giocatore del passato, non solo per la cura dei fondamentali incluso, appunto, l’utilizzo della mano meno forte, spia dell’addestramento ricevuto dal padre allenatore. In un basket sempre più orientato verso tre modi di segnare, tirando da tre, arrivando al ferro e, non sempre, anticipando l’aiuto con un “floater”, il classico tiro lob, lui ha il pezzo forte nel tiro dalla media. Palleggio, arresto ed esplosione verso l’alto per creare luce ed eseguire il proprio tiro. Ne ha segnati tantissimi di tiri così. La completezza sorprendente del suo gioco è diventata il suo marchio di fabbrica.

All’esordio, Hall è stato il giocatore più utilizzato della squadra. È stato in campo in regular season per quasi 900 minuti. Ha giocato tutte le partite, è andato in quintetto 19 volte. Altri rookie hanno lasciato il segno in questa stagione, compilando anche numeri più eclatanti dei suoi, ma non ce ne sono stati di tali nelle prime cinque squadre dell’EuroLeague e molti di loro sono andati in calando quando hanno urtato il cosiddetto “Rookie Wall”, il momento in cui le energie ti abbandonano. Non è stato così per Hall, grazie ad una superba condizione fisica.

Devon Hall è la nuova “Wild Card” dell’Olimpia. Era la definizione che Curtis Jerrells aveva dato di sé stesso nel 2014, perché poteva essere il tiratore di riferimento, ma anche il difensore, la guardia o il regista della squadra. Hall è l’evoluzione della specie, la nuova Wild Card attribuendo alla definizione un significato più disciplinato. È stato sorprendente il suo adattamento, come rapidità e qualità. Se l’Olimpia ha raggiunto i playoff per la seconda volta consecutiva è anche grazie alla sua rivelazione.

Devon Hall

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