ATENE – Una settimana dopo la gara con l’Olympiacos, è di nuovo Atene per l’Olimpia, anche se in una zona differente della città. Non più sul mare, al Pireo, ma ad OAKA dove tutto profuma di Olimpiadi. Accanto al palasport si erge lo stadio Olimpico, al di là della strada c’è la piscina olimpica, dove Federica Pellegrini si rivelò al mondo vincendo l’argento nei 200 stile libero a soli 16 anni. Sono passati 18 anni dalle Olimpiadi di Atene ma qui, con tutti questi impianti, è come tuffarsi in quei giorni e ricordare. L’hotel della squadra è ad un paio di chilometri dallo stadio Panathenaic, dove vennero ospitate le prime Olimpiadi moderne nel 1896 e dove l’italiano Stefano Baldini nel 2004 completò la sua fatica vincendo la maratona. Si trova sotto l’Acropoli che si staglia imponente su una città enorme e carica di fascino.
L’ARENA – OAKA è un’arena moderna, con una capienza enorme, quasi 20.000 spettatori. È stata costruita per ospitare i Giochi Olimpici, qui l’Italia vinse la medaglia d’argento e Gianmarco Pozzecco era in campo, ma ha anche permesso al Panathinaikos di avere una casa all’altezza del proprio status maturato proprio durante quegli anni. Il Pana ha vinto il suo primo titolo europeo nel 1996, ma la su epopea ha investito soprattutto il primo decennio del nuovo secolo. È un posto che genera rispetto, basta osservare gli stendardi che circondano il campo e ricordano una ad una le vittorie europee. E genera anche timore con le sottili reti da pescatore verdi che proteggono il campo dal lancio di oggetti, anche se si tratta da un po’ di tempo di una pura precauzione.
IL RICORDO – Lo scorso anno l’Olimpia perse su questo campo sperperando un vantaggio di 20 punti, ma aveva già ottenuto il suo obiettivo conquistando l’accesso ai playoff due giorni prima a Belgrado. In quelle ore Coach Messina ricevette anche notizia dell’inclusione nella Hall of Fame della FIBA. Per Pozzecco il ricordo legato al luogo lo riconduce alle Olimpiadi e alla strepitosa prestazione dell’Italia in semifinale contro la favoritissima Lituania. Poi non riuscì il secondo capolavoro: in finale Luis Scola guidò l’Argentina con 25 punti al successo più grande della sua storia che tuttavia non tolse nulla a quello che avevano fatto gli azzurri.


TRAVEL NOTES – Dinos Mitoglou è rientrato dall’infortunio una settimana fa ad Atene e dopo otto giorni torna in campo ancora ad Atene stavolta contro la sua ex squadra. È la prima volta che affronta il Panathinaikos da avversario. Nei giorni scorsi, intervista da quotidiano sportivo Gazzetta, ha detto cose interessanti: “La mia prima conversazione con Coach Messina non sembrava una tipica conversazione tra giocatore e un allenatore. È stata più un’intervista. Mi ha chiesto di me, della mia famiglia, di come sono cresciuto, dei miei studi. Tutte cose che poche volte mi sono state chieste. Sono rimasto colpito da quanto sia stato sincero con me fin dal primo momento”. Dinos ha parlato anche dell’infortunio. “Quando un atleta si infortuna e rimane fuori per tanto tempo diventa automaticamente un “leone in gabbia”. Sei abituato a consumare tanta energia ogni giorno e poi improvvisamente sei costretto a fare terapia e stare seduto per molte ore. È un processo in cui impari meglio a conoscere te stesso, lavori sulla tua mentalità e sull’aspetto mentale”. Sarà un ritorno anche per Ben Bentil, anche se lui aveva giocato la partita di andata con il Panathinaikos. La squadra greca è quella che gli ha permesso di entrare nel grande basket europeo e di vincere due titoli ellenici. L’Olimpia si è allenata alle 12.15 locali, con la solita ora di fuso orario di differenza a creare qualche piccolo scompenso. Ha poi pranzato alle 14 in hotel dopo la consueta mezz’ora di strada e traffico necessaria per lo spostamento.

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