Prosegue la carrellata delle partite storiche giocate nei playoff dall’Olimpia con la memorabile Gara 5 della finale del 2018 firmata dall’incredibile stoppata di Andrew Goudelock, al ferro, da ultimo uomo, su un giocatore 10 centimetri più alto. Per leggere i racconti di tutte le gare storiche dell’Olimpia scarica e registrati sulla App. ufficiale del club qui: https://bit.ly/3udDC8U

L’ANTEFATTO – Nella stagione 2017/18 l’Olimpia aveva vinto la Supercoppa, ma era stata eliminata al primo turno in Coppa Italia e in EuroLeague era stata in corsa per i playoff solo per una parte di stagione. Nei playoff eliminò Cantù 3-0 e poi Brescia 3-1 dopo aver perso Gara 1 in casa. Nella finale scudetto, andò in vantaggio 2-0 contro Trento, poi in due battaglie senza esclusione di colpi si ritrovò sul 2-2 e costretta a giocare una pericolosa Gara 5 con tutta la pressione addosso. 

LA SQUADRA – Totalmente rinnovata rispetto alla stagione precedente, l’Olimpia aveva Simone Pianigiani al primo anno da allenatore, aveva perso per infortunio Jordan Theodore dopo le Final Eight, ma contava sul miglior Andrea Cinciarini di sempre e un Andrew Goudelock tirato a lucido nella post-season. Le ali erano Vlado Micov e Mindaugas Kuzminskas; i centri Arturas Gudaitis e Kaleb Tarczewski. Ruoli importanti li avevano (erano permessi sette stranieri) Dairis Bertans come tiratore scelto e Curtis Jerrells come jolly dalla panchina. In panchina c’erano anche Abi Abass e Marco Cusin.

LA PARTITA – L’Olimpia guidò di 11 punti nel primo quarto ma poi la gara si trasformò in un gigantesco corpo a corpo. Milano, cancellato un tentativo di fuga di Trento, rispose salendo a più otto nel quarto finale. A quel punto, Shavon Shields, proprio lui (27 punti in 27 minuti quella sera), comincia a segnare l’impossibile. Sul più otto per Milano, segna una tripla e poi due tiri liberi. Dopo un’acrobazia di un grande Cinciarini (15 punti e quattro assist), sempre da tre riavvicina Trento a meno due. Arturas Gudaitis, strepitoso anche lui (19 punti e sette rimbalzi), con un gioco da tre punti ripristina cinque lunghezze per Milano. Sembrerebbe la giocata risolutiva, invece dopo un errore dalla lunetta del centro trentino Dustin Hogue, la palla carambola nelle mani sbagliate. Sono ancora quelle di Shields: dall’arco completa un possesso da quattro punti e riporta la sua squadra a meno uno. Gudaitis, ancora, mette due tiri liberi che valgono il più tre. Trento, che era squadra mediocre nei tiri liberi ma fortissima a rimbalzo d’attacco, dopo due errori dalla linea controlla in qualche modo il possesso. Da rimessa, Shields pareggia la gara, addirittura. Sulle tribune di un Mediolanum Forum tutto esaurito serpeggia il panico. Andrew Goudelock, con un fade-away, restituisce il vantaggio all’Olimpia. Ma Shields con uno step-back da tre sorpassa. Mancano 16 secondi alla fine. Curtis Jerrells, l’uomo che aveva salvato l’Olimpia nel 2014 in Gara 6, lavora centralmente, poi attacca Shields dal palleggio e prende fallo. Per l’ala dell’Aquila è il quinto fallo, quello che lo fa fuori dall’ultimo potenziale possesso. Jerrells va in lunetta sotto di uno, ma centra in modo glaciale ambedue i tiri liberi. A sei secondi alla fine, l’Olimpia è tornata avanti di un punto.

La stoppata di Andrew Gudelock su Dominique Sutton in Gara 5 della finale del 2018 Milano-Trento

Ma Trento non si arrende. Il playmaker Jorge Gutierrez conduce il coast-to-coast, supera Jerrells con un palleggio incrociato a 3.7 secondi dalla fine. Kuzminskas e Gudaitis si muovono verso di lui, l’obiettivo è fermare il palleggio e guadagnare tempo. Opportunamente, Micov da una parte e Goudelock dall’altra sono sui loro uomini negli angoli. Gudaitis ha libertà di intervento perché Hogue è in ritardo. Ma il movimento generoso di Kuzminskas apre di fatto un corridoio per Dominique Sutton a centro area. Il passaggio di Gutierrez a poco più di un secondo dalla sirena è perfetto. Manda Sutton comodamente a canestro. Sarebbe forse il lay-up dello scudetto, di sicuro quello del 3-2.

Ma Andrew Goudelock, MVP della finale, un realizzatore del primo livello, 16 punti in quella partita, decide di entrare nella storia. Con scelta di tempo perfetta, ma soprattutto grande istinto, pur 10 centimetri più basso di Sutton e non certo famoso per la sua difesa, abbandona il suo uomo, sprinta verso il canestro e vola ad incontrare Sutton proprio al ferro. Ne esce la stoppata più pura della sua carriera. Solo palla. The Block. Vittoria protetta, 91-90. 3-2 nella serie. Due giorni dopo, a Trento, Goudelock avrebbe alzato il trofeo di MVP della finale.

IL SIGNIFICATO – L’Olimpia vinse lo scudetto dominando a Trento Gara 6. Il gesto di Goudelock l’ha fatto entrare nella storia anche in un’edizione di playoff in cui segnò 15.9 punti per gara, svolgendo il suo mestiere, quello di realizzatore, tiratore da tre punti, artista del floater. Come nel 1989, Bob McAdoo – supremo realizzatore – aveva firmato la storia con il famoso tuffo, un gesto mai eseguito in carriera; nel 2018 Goudelock ottenne il suo ruolo nella mitologia dell’Olimpia con la terza stoppata della sua intera stagione milanese. Nel momento più importante. Decisivo.

Andrew Goudelock

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