Gianfranco Pieri, nato il 6 febbraio del 1937, è stato una delle grandi stelle dell’Olimpia arrivate a Milano dal serbatoio di talento che si chiama Trieste. E’ stato probabilmente il primo grande playmaker della storia del basket italiano. A volerlo all’Olimpia fu Cesare Rubini dopo una partita in cui, giovanissimo, segnò 34 punti contro la stessa Olimpia ovvero il miglior metodo per convincere un avversario a prenderti. Successe nel 1955 quando il padre di Pieri si trasferì a Milano per motivi di lavoro. In quel momento la squadra era già entrata nella storia, Pieri le consentì di alimentare la leggenda. Nel novembre del ’55 debuttò in Nazionale a 18 anni, nel 1957 vinse lo scudetto e fu di fatto il miglior giocatore del torneo. Da quel momento non si è più fermato, ha vinto nove scudetti, ha incuriosito per l’uso degli occhiali durante le partite, era soprannominato il Professore, giocò sia le Olimpiadi del 1960 che quelle del 1964, era il regista dell’Olimpia nel 1966 quando vinse la prima Coppa dei Campioni. E naturalmente è un membro della Hall of Fame del basket italiano.

Pieri è stato il precursore di una storia di playmaker dell’Olimpia di altissima qualità: dopo di lui arrivarono Jellini, D’Antoni e in seguito Djordjevic e Gentile, la crema del basket europeo. Pur essendo anche un tiratore, Pieri ha fatto storia con i suoi passaggi, la testa sempre alta mentre palleggiava, vedendo tutto il campo e anche una statura importante per il ruolo e l’epoca, 1.91.

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