Cesare Rubini, il Principe. Basta la parola. Non è stato solo la grande leggenda dell’Olimpia Milano, è stato molto di più. Rubini è stato il più grande atleta di tutti i tempi se mischiamo due sport peraltro completamente diversi tra loro, come il basket e la pallanuoto. Triestino, fu portato a Milano per lanciare la squadra di Adolfo Bogoncelli che doveva diventare la bandiera della triestinità. Poi la Triestina diventò l’Olimpia fondendosi con il Borletti e lui ne diventò la bandiera oltre che di fatto il primo professionista del basket italiano. Per capire che giocatore fosse: ha vinto la medaglia d’argento europea nel 1946 e nel 1947 vinse quella d’oro, ma nella pallanuoto. Era un atleta straordinario, un giocatore di squadra, un duro, un difensore. Nel 1948 rinunciò alle Olimpiadi di basket per vincere quelle di pallanuoto e nel 1952 sempre alle Olimpiadi vinse il bronzo in piscina conquistando poi un posto nella Hall of Fame, come gli sarebbe accaduto anche nel basket. Nel 1947 all’Olimpia assunse la carica di allenatore-giocatore, nel 1950 vinse il suo primo scudetto da coach (sempre giocando) e non smise fino al 1954. Nel 1957 smise di giocare e passò ad allenare e basta avvolgendo con il suo carisma almeno due o tre epoche del basket italiano visto che la sua ultima vittoria risale al 1972 con la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe. E’ stato anche il primo coach a vincere la Coppa dei Campioni con una squadra italiana, nel 1966, e ha allenato generazioni di fuoriclasse mostrando fiuto sia nell’individuare il talento che nel gestirlo. Tra gli americani spiccano Bill Bradley, Skip Thoren e Art Kenney. Ma fu anche un genio nel creare allenatori, basta pensare che sotto di lui sono emersi Sandro Gamba, fedele scudiero da giocatore e poi da assistente, e Dido Guerrieri, tra gli altri (ma anche Pippo Faina cui si deve il merito dell’arrivo a Milano di Mike D’Antoni, Bruno Arrigoni, Toni Cappellari, alcuni dei quali hanno avuto successo più come manager). Con Gamba avrebbe costituito un binomio di grande successo anche con la Nazionale, vincendo l’argento olimpico del 1980 e l’oro europeo del 1983.

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