Quando venne a Milano l’ultima volta, per la cerimonia di ritiro del suo numero 8, Mike D’Antoni raccontando la vita degli allenatori NBA ebbe a dire “che chi lavora veramente duro sono gli assistenti: non hanno orari”. Ma in una squadra di EuroLeague la storia non è tanto diversa. Domenica scorsa, pomeriggio, in attesa della gara con Bamberg a Trento, Massimo Cancellieri è andato a correre. Con un passato da giocatore, anche se di modesta caratura a Teramo – la sua città -, e il fisico snello, non ha problemi a correre per lunghi tratti ad una buona andatura, “ma il mio problema, una volta che comincia la stagione, è ritagliare un’ora di tempo per farlo con continuità”, dice. La vita dell’assistente allenatore è questa. Non ci sono gli allenamenti di squadra governati dal capo allenatore, ci sono gli allenamenti individuali sui fondamentali, ci sono gli allenamenti individuali con i giocatori infortunati e quelli fuori stagione con i più giovani. Ci sono le riunioni di staff e le lunghe sedute al video per preparare il lavoro, i meeting di squadra, ci sono gli scouting report degli avversari da compilare, i piani partita. Il tempo è davvero tiranno. Cancellieri spende più tempo con Mario Fioretti, da quattro anni compagno quotidiano di lavoro e avventure, che con qualunque altra persona al mondo (nella foto giocano insieme uno contro uno prima di un allenamento!)

Massimo Cancellieri è di Teramo ma ha studiato a Roma e per questo è nella Capitale che ha cominciato ad allenare, nel San Raffaele, squadra femminile che era in A2. Ebbe il primo incarico da head coach a 27 anni. Ma la sua gavetta era appena cominciata. Solo dopo quell’esperienza tornò a casa per entrare nello staff di Franco Gramenzi e vincere due campionati, conquistare la Serie A con la squadra della sua città. Il passo successivo è stato Montecatini, prima assistente e poi capo allenatore, quindi Biella da assistente, Veroli da capo allenatore e di nuovo Biella, da capo. A Milano è arrivato nell’estate del 2013 come assistente di Luca Banchi poi è rimasto quando è arrivato Jasmin Repesa. Ormai va considerato un uomo Olimpia: succede quando stai in un posto e vivi intensamente situazioni ed emozioni, stabilisci un legame forte con i compagni di lavoro, la città.

Per Cancellieri non è difficile: caratterialmente è aperto, curioso, interessato. Non esiste una conversazione che lo annoi o un argomento nel quale non possa esprimere un’opinione. Cancellieri parla perfettamente inglese ma è affascinato dai paesi dell’est, va in America in vacanza ma è attratto da tutto il mondo. E’ vegetariano, ma apprezza il buon vino. E’ un elemento aggregante, che fa gruppo, essenziale in uno staff, con contatti ovunque, in tutta Europa, con ex giocatori e allentori con i quali ha scambiati pareri, informazioni, viaggi.

Della stessa serie già pubblicati: Lupo Rossini.

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