La Supercoppa finisce subito per l’Olimpia. La Virtus prevale nel corpo a corpo conclusivo 78-73. L’Olimpia ha provato a inventarsi la partita, rimescolando le carte, con quintetti improvvisati, un po’ per trovare il bandolo della matassa, un po’ perché i falli hanno condannato Coach Messina all’improvvisazione, prima per proteggere Shields e Mirotic, poi per fare letteralmente a meno di Shavon, in generale il migliore in campo (26 punti). Alla fine, ha vinto Bologna soprattutto perché l’Olimpia ha avuto due momenti di black-out. Alla fine del primo tempo, quando aveva costruito sette punti di margine, le palle perse hanno restituito il vantaggio alla Virtus, poi nel terzo quarto, nel cuore del periodo, i falli (anche due tecnici) hanno generato i tiri liberi avversari che hanno scavato il break di 11 punti. A quel punto la reazione è stata forte, nel quarto quarto Milano ha anche messo la testa avanti, ma nel rettilineo si è trovata senza Shields e non sono arrivate le zampate decisive.
LA PARTITA – Ambedue le squadre sono partite molto contratte in attacco, con percentuali di tiro basse e anche palle perse. Bologna ha avuto un buon impulso dalla panchina, quando Abass ha preso il posto di Cordinier segnando due triple in fila e ribaltando il punteggio che fino a quel momento era stato favorevole all’Olimpia, generando il 14-12 Virtus del primo periodo. Nel secondo, il problema dell’Olimpia sono state le palle perse. Dopo quattro minuti, scivolando a meno cinque, Coach Messina ha speso il primo time-out. Al rientro, con Mirotic a svolgere un grande lavoro fisico dentro l’area, anche a rimbalzo, Shields aggredendo gli spazi con sei punti consecutivi ha restituito a Milano il vantaggio sul 24-23 e 4:35 da giocare. Qui è stato Coach Banchi a fermare la partita, ma al ritorno in campo è stata ancora l’Olimpia a scandire i ritmi completando un parziale di 10-0 costruito correndo in attacco dopo il gran lavoro della difesa. Il vantaggio di Milano ha toccato i sette punti, nel momento in cui è riuscita ad andare al tiro con continuità, poi il secondo fallo di Mirotic ha inceppato l’attacco, di nuovo vittima delle palle perse, cinque consecutive negli ultimi cinque possessi. Così nel momento migliore l’Olimpia ha perso il controllo delle operazioni favorendo la rimonta della Virtus che con il buzzer-beater di Hackett ha rimesso la testa avanti, 34-32, all’intervallo.

Il secondo tempo è stato subito in salita: il terzo fallo fischiato a favore di Belinelli su tiri da tre, un tecnico alla panchina e un altro a Shields, oltre alla terza penalità chiamata a Mirotic hanno complicato la rotazione e permesso alla Virtus di usare la sua potenza atletica vicino a canestro. Un tiro libero dietro l’altro, Bologna è scappata via fino a raggiungere gli 11 di vantaggio su una tripla a gioco rotto di Jaleen Smith. Nell’ultima porzione del terzo periodo, l’Olimpia si è aggrappata alla partita. Con Shields in panchina a riposare dopo aver raggiunto i venti punti, e Mirotic in campo con la prudenza di tre falli a carico, è riuscita a contenere il divario. Nel botta e risposta del finale di quarto ha segnato quattro punti di fila Giordano Bortolani limitando lo svantaggio a quota sei punti, 59-53.

Nel quarto periodo, l’Olimpia ha provato a inventarsi la partita, rimontando con un quintetto inedito in cui a tratti il playmaker l’ha fatto Melli, poi anche Bortolani che l’ha riportata a meno uno. Succede però in coincidenza del quarto fallo di Shields che costringe Coach Messina a mandare in panchina il giocatore più ispirato in attacco. A 3:08 Pangos con un lay-up a difesa schierata con la mano sinistra riporta per un attimo avanti l’Olimpia, apparecchiando la tavola per il corpo a corpo conclusivo. Sul 70-70, arriva il quinto fallo di Shields, il migliore in campo. E’ il break che Bologna aspettava per chiudere con il parziale risolutivo.
