Nella mitologia greca, Zeus è il sovrano degli Dei del Monte Olimpo. Più banalmente si tratta anche del soprannome che a Tucson, all’università dell’Arizona, avevano attribuito a Kaleb Tarczewski, per quel suo fisico statuario e ovviamente per aggirare l’enorme difficoltà di pronunciare il suo nome. Tarczewski ha giocato una partita notevole e difficile contro la Reyer. Era opposto a Esteban Batista, veterano espertissimo e molto tecnico nel gioco spalle a canestro, motivatissimo dal ritorno a Milano. Gli ha opposto energia, balzi siderali, grande forza. E’ acerbo, al primo anno da professionista, si è preso la ramanzina di Coach Repesa perché non ha speso, in ultima analisi, i falli che aveva per inceppare il moto veneziano quando la Reyer ha provato a prendere il largo. Ma come era successo anche a Pistoia, è stato elogiato per l’energia, le rullate a canestro, la forza a rimbalzo. Tarczewski ha lasciato il segno per la prima volta, è andato in doppia cifra, ha confezionato due “caanestro e fallo”, ha messo i tiri liberi, fatto quello che doveva fare. E’ un giocatore di squadra, un lavoratore infaticabile. Benvenuto nell’Olimpia, Zeus!

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