Cory Jefferson, che farà il suo debutto in Europa nella nuova stagione, ha parlato di sé stesso e della sua storia. Ecco l’intervista.

L’esperienza all’università, a Baylor – “E’ stata una grande esperienza, vincere il NIT e farlo al Madison Square Garden di New York, un posto in cui tutti vogliono giocare, un posto speciale che tu ci giochi al college o come professionista, è stato fantastico”.

Fu l’ultimo giocatore scelto nel draft NBA – “E’ stato un sollievo essere scelto. Fortunatamente nella NBA non è come nel football in cui i draft vengono fatti su due giorni. Non ho dovuto aspettare. Ma è stata alla fine una soddisfazione”.

La NBA – “E’ stata una grande esperienza, ho giocato con tanti veterani e ho imparato molto soprattutto quando l’ho fatto giocando ad alto ritmo. Ho imparato a gestirmi dentro e fuori del campo”.

La D-League – “Mi ha consentito di espandere il mio gioco, far vedere cose differenti, restare in campo anche quando mi capitava di fare due cose non corrette. La D-League serve a questo: scendere di livello per sviluppare il proprio gioco, giocare più liberamente”.

Le Filippine – “Mi sono divertito, mi hanno permesso di ampliare il mio gioco in attacco, concentrarmi su alcuni aspetti difensivi ma soprattutto il loro è un gioco offensivo cui non ero abituato”.

Milano – “Vengo in un’organizzazione abituata a vincere molto e il mio obiettivo è continuare a farlo, sempre di più”.

Le sue caratteristiche – “Sono un giocatore dentro-fuori. Posso andare dentro in attacco, difendere contro giocatori interni, stoppare. Ma al tempo stesso posso anche aprire il campo”.

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