Così Coach Peppe Poeta ha commentato la gara con il Fenerbahce: “Diamo credito al Fenerbahce. Sono i campioni in carica e oggi ci hanno fatto vedere perché lo sono. Cambiavano su tutto e non ci hanno mai fatto entrare in ritmo. Contro di loro non hai mai un mismatch. Mi aspettavo alla quarta gara in sette giorni contro squadre di questo livello una partita con un livello di energia più basso. Invece, i ragazzi mi hanno sorpreso perché ci hanno provato davvero con tutto quello che avevano. Ma loro sono forti e non ci hanno concesso nulla. Mi spiace solo che all’inizio abbiamo costruito tanti tiri aperti ma non sono entrati: erano quelli che potevano darci magari un po’ di fiducia. Il divario finale è bugiardo, ma loro sono stati migliori. Non è stata la nostra miglior partita offensiva ma contro di loro non era facile fare di più”.

Su Quinn Ellis: “Era il migliore per attaccare i cambi e arrivare al ferro. Il problema è che loro non aiutano, vivono opponendosi al tiri al ferro e quindi non ci costruivamo vantaggi, infatti abbiamo dato via solo 11 assist. E’ chiaro che la differenza tra il ritmo di Ellis e quello di Lorenzo Brown oggi è evidente. Brown ci aveva dato tanto contro il Real Madrid, ma ha bisogno di stare bene. Contro una squadra fisica come il Fenerbahce devi essere a posto fisicamente e lui non lo è ancora”.

Sull’utilizzo dei centri: “Booker credo possa aprire il campo meglio giocando da 5 perché ha bisogno di tempo e spazio. L’aveva fatto contro Milutinov e l’Olympiacos, ma loro con i cambi gliel’hanno impedito. Alla sua età con la sua taglia da 4 credo farebbe fatica in difesa contro avversari più dinamici e veloci. Dunston ci sta dando tanto in spogliatoio, ma oggi è il nostro terzo centro. Lo considero tale, non credo di allargare la rotazione dei 5 nelle singole partite. Ma tra i lunghi non avverto emergenza”.

Sulla situazione degli esterni: “Spero che a Cantù possa rientrare con la maschera Nico Mannion ma per il resto giocheranno gli stessi. Non recuperiamo nessun altro quindi dobbiamo proteggere la condizione di quelli che abbiamo”.

Sul confronto coni grandi allenatori: “E’ stimolante. Per un allenatore l’EuroLeague è il massimo. Quando affronto una squadra e vedo quattro o cinque partite vedo tutto quello che fanno loro e provo a recepire qualcosa. Sono allenatori di alto livello. Jasikevicius, che vede il gioco da ex playmaker, lo considero un modello”.

Sul rapporto con gli arbitri: “Non credo di dover urlare a nessuno, non sono così e non credo che cambierò. Ognuno deve essere se stesso e io sarò me stesso. Forse è un aspetto sul quale migliorare ma non ce l’ho nelle corde. Voglio sperare che non porti benefici, mi piace di più un dialogo costruttivo. E’ la mia personalità”

Peppe Poeta

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