La trasferta nel Principato di Monaco è una delle più anomale dell’intera stagione europea. Intanto, per la vicinanza che ad esempio permette di affrontarla in pullman, non necessariamente in aereo, poi per gli spazi: l’hotel è esattamente di fronte all’arena. Per raggiungerla è sufficiente attraversare la strada, a piedi, in fila indiana. Il palasport si chiama Gastone Medecin in onore di un decatleta e lunghista locale che ebbe l’onore di partecipare a due Olimpiadi nel 1924 e 1928.

Inaugurata nel 1985, praticamente sotto lo Stade Louis II (a Montecarlo tutto si sviluppa verso l’alto per sopperire alla mancanza di spazio), con gli anni è stata sempre più corretta, ampliata, rinnovata. Adesso può ospitare fino a 4.700 spettatori. Ma nella storia della pallacanestro internazionale occupa un piccolo spazio storico dall’estate del 1992.

L’arena di Montecarlo dove l’Olimpia 2024/15 fa l’esordio in EuroLeague

Quando venne costruita la versione originale del Dream Team americano, quello di Michael Jordan, Magic Johnson, Larry Bird, Charles Barkley, fu proprio a Montecarlo che la squadra soggiornò per alcuni giorni, sulla strada verso i Giochi di Barcellona. Nel Principato, in questo stesso impianto, i fenomeni americani seppellirono la Nazionale francese sotto 40 punti di scarto. Ma diventò più famosa – rievocata nel libro di Jack McCallum da cui è stata tratta una docuserie trasmessa in Italia da Sky – la partita in famiglia a porte chiuse che sarebbe stata definita “la più grande sfida che nessuno ha mai visto”. Secondo la ricostruzione, Magic Johnson e Michael Jordan diedero vita ad una battaglia epica con il quintetto del primo a controllare la gara all’inizio e Jordan a distinguersi per una rimonta con vittoria in volata condita da una grande quantità di trash-talking. “Non siamo a Chicago”, disse Magic a Jordan che protestava per un presunto fallo. “Siamo negli anni ’90, non più nei tuoi anni ‘80”, rispose poco dopo Jordan. Circolano immagini di quella partita: l’arena di Montecarlo è chiaramente riconoscibile anche se allora non aveva le due tribune sui lati corti che adesso rendono la capienza accettabile a livello internazionale.

L’ingresso dello Stadio Louis II: nello stesso impianto, all’interno, c’è l’arena del basket

L’AS Monaco è una società che ha molta più storia di quanto si tenda a credere. La squadra di basket è stata fondata prima dell’Olimpia, addirittura nel 1928, come parte della polisportiva nata quattro anni prima. Nel 1950 arrivò seconda nel campionato francese, e tra i giocatori storici che ne hanno vestito la maglia due dei migliori nazionali transalpini degli anni ’80, Eric Beugnot e Philippe Szanyel, anche se in seguito ha giocato per molto tempo nelle serie minori tornando nel massimo campionato francese solo nel 2016. Da quel momento però ha vinto l’Eurocup, ha giocato una Final Four e ha conquistato gli ultimi due campionati, prendendo il posto che in Costa Azzurra, nel basket, tradizionalmente apparteneva ad Antibes (quattro semifinali europee, tre titoli nazionali, campioni conclamati come Bob Morse, Micheal Ray Richardson, David Rivers, nella sua storia).

Monaco gioca, come detto, sotto lo stadio che ospita le gare del club gemello di calcio, che vanta tradizioni più costanti, ha conquistato otto titoli francesi e in tempi recenti ha anche allineato tra le sue fila la superstella Killian Mbappè prima che spiccasse il volo per Parigi prima e Madrid adesso.

Montecarlo vista dall’alto

Le squadre di calcio e basket rappresentano la costante sportiva del Principato che però ha sempre puntato sui grandi avvenimenti sportivi a cadenza annuale. Tra questi il più significativo è il Gran Premio di Formula 1 su circuito cittadino, una delle competizioni più rinomate del mondo che nell’ultima edizione ha visto prevalere un pilota locale, il ferrarista Charles LeClerc. Montecarlo è anche la sede di uno dei più significativi appuntamenti del circuito tennistico su terra battuta; di uno dei rally più ricchi di prestigio che scatta davanti al celebre Casinò e infine anche di un meeting di atletica leggera che è parte da sempre della Diamond League.

La “Salle Gastone Medecin” ha un ruolo anche nella storia dell’Olimpia. Lo scorso anno durante la vittoria, 98-80, la seconda in tre tentativi nel Principato, Shavon Shields proprio qui diventò il primo realizzatore nella storia del club nella massima competizione internazionale superando il grande Bob McAdoo. Adesso, Shields è arrivato a 1.347 punti segnati contro i 1.292 del supercampione di Greensboro. Oltre i 1.000 punti figurano anche Vlado Micov e Nicolò Melli.

Il 20 marzo 2024 con questo canestro Shavon Shields diventò primo di sempre per punti segnati in EuroLeague con l’Olimpia

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