Novanta anni di storie e di passione. L’Olimpia Milano il prossimo 9 gennaio 2026 festeggia i 90 anni di esistenza. Il 27 novembre 1987 nasceva a Montebelluna (ma poi è cresciuto fin dai primi mesi a Olbia) il grande Gigi Datome. Nel giorno del suo compleanno riviviamo la notte in cui l’Olimpia ha conquistato la terza stella nel 2023, con Gigi MVP nell’ultima partita della sua leggendaria carriera.

Il lieto fine è raro nello sport. Intervengono troppi fattori emotivi. Il 23 giugno 2023 invece è stato davvero un giorno perfetto con un lieto fine. Non solo il lieto fine di una stagione ma il lieto fine di un’avventura durata oltre venti anni che è andata magicamente a sovrapporsi ad una storia costruita da tanti uomini diversi nel corso di quasi un secolo di vita.

Il 23 giugno 2023 l’Olimpia Milano ha giocato la settima partita della finale scudetto. Di fatto era uno spareggio, sul campo di casa, contro un avversario ostico, forte, l’avversario numero uno in tanti momenti diversi della storia del club. La Virtus Bologna è arrivata seconda in campionato dietro l’Olimpia 12 volte, la prima nel 1936. In palio non c’era solo uno scudetto, ambito ma uno scudetto come altri. Per l’Olimpia c’era la possibilità di conquistare il titolo numero 30, un numero magico, c’era la possibilità di afferrare il diritto di fregiarsi della terza stella. La terza stella è per sempre. La prima risale al 1957. La seconda al 1982. Non era davvero una notte qualunque.

Gigi Datome aveva già deciso che quella sarebbe stata la sua ultima partita della vita (poi c’è stata l’appendice della Nazionale alla Coppa del Mondo 2023). Non l’aveva detto a nessuno. Ma si poteva intuire. Sospettare. Poteva essere nell’aria. Ma solo lui conosceva la verità. Alcuni compagni avevano deciso di sfoggiare il suo numero 70 se le cose fossero andate bene. Ma certezze non ce n’erano. Le certezze erano solo nel cuore e nella testa di Gigi Datome.

In tre anni a Milano, Datome ha combattuto contro tanti avversari ma il più duro da sconfiggere è stato il tempo. Datome era arrivato a Milano a nemmeno 32 anni e se n’è andato ritirandosi a neppure 36. Ma ogni atleta ha un’età anagrafica e un’età dettata dal logorio di una carriera. Datome ha speso 19 estati in maglia azzurra che fanno probabilmente almeno sei stagioni extra di pallacanestro. Ci sono stati infortuni negli anni di Milano macabramente presentatisi nei momenti sbagliati: prima della semifinale di EuroLeague nel 2021 ebbe una borsite al gomito che di fatto gli impedì di giocare contro il Barcellona da Datome. Perché per il resto, infortuni o no, vittoria a sconfitta, Gigi non ha mai sbagliato una partita importante.

Questa è la caratteristica che l’ha reso indimenticabile. Nel 2020 la finale di Supercoppa la giocò da migliore in campo; fu MVP della finale di Coppa Italia nel 2021; gioco una grande Gara 5 con il Bayern nei playoff di EuroLeague e un’eroica Gara 4 nel 2022 a Istanbul sia pur perdendola. Fu decisivo nella Coppa Italia del 2022 soprattutto nella durissima semifinale vinta contro Brescia e fondamentale nello scudetto vinto nel 2022. Ma la stagione 2022/23 per lui era stata di un altro livello di difficoltà, incluso un virus che l’aveva tenuto fuori gioco per molto più tempo del preventivato e dell’auspicato. Ma Gara 7 non poteva sbagliarla. Era troppo importante per la squadra. Era troppo importante per lui.

Che quella sarebbe stata la sua ultima partita si poteva intuire. Sospettare. Poteva essere nell’aria. Ma solo lui conosceva la verità. La verità era nel cuore e nella testa di Gigi Datome.

La Virtus in quella finale aveva Milos Teodosic, Alessandro Pajola, Mam Jaiteh e Semi Ojeleye dalla panchina. L’Olimpia aveva Datome da ala piccola in quintetto, un mismatch difficile da comprendere. In difesa, con Shavon Shields in pressione su Hackett, l’Olimpia aveva messo lui su Belinelli. Allo stesso modo era stato lo stesso Belinelli il primo a marcare Gigi. Datome segnò i primi due canestri di Milano: un taglio ben eseguito a centro area con Belinelli stampato sul blocco di Melli (che dopo quattro minuti aveva due falli, un episodio che avrebbe potuto incidere tantissimo); e poi in contropiede su assist di Shields, devastante sui due fronti. L’Olimpia scappò subito 13-6. Datome fu l’ultimo starter ad andare in panchina, dopo nove minuti e dieci punti all’attivo. Dopo i due canestri da sotto, ne segnò uno in fade-away sfruttando la superiorità fisica su Belinelli, uno in post-up simile contro Teodosic. E infine un altro dalla media, appoggiato al tabellone: cinque su cinque.

Alla fine del primo quarto aveva 5 su 5 dal campo

Gigi Datome è cresciuto a Olbia. Ha debuttato a Siena. È diventato un giocatore a Scafati. E’ esploso a Roma. Ha avuto l’onore di giocare nella NBA per due franchigie storiche come Detroit e Boston soprattutto. Però il cuore della sua carriera l’ha trascorso a Istanbul. Milano è diventata l’epilogo della sua avventura, ma anche la prima squadra italiana in cui sapeva di poter vincere da protagonista, consapevole dei suoi mezzi. Ed è quello che ha fatto. Per questo tre anni sono un periodo breve ma significativo della sua lunga avventura.

Non si vince una partita nervosa come una Gara 7 solo con il tiro, anche se Datome li scelse tutti con grande lucidità. Nel primo quarto, Gigi ebbe una palla rubata, intercettando un pallone destinato a Belinelli. Forzò due volte l’errore al tiro dell’avversario riuscendo a stare con lui fino in fondo e due volte fu decisivo nell’indirizzare il rimbalzo verso il compagno schiaffeggiando la palla. L’Olimpia concesse nove punti alla Virtus nel primo tempo, indirizzando la partita. Non era un difensore, Gigi, ma sapeva stare in campo e sapeva fare le piccole cose che servono per vincere una partita.

La notte della terza stella e l’ultima notte da giocatore di Datome. Finire la carriera da MVP è più che un lieto fine. E’ anche una dimostrazione di coraggio

L’Olimpia segnò 21 punti nel primo quarto, ne ebbe 16 di vantaggio all’inizio del secondo, Datome mise a segno tutti i primi sei tiri dal campo. All’intervallo era 38-29. Il terzo quarto venne dominato da nervosismo e stanchezza. L’Olimpia segnò appena dieci punti ma contenne la Virtus addirittura a cinque accumulandone 14 di margine, teoricamente tanti in una gara a punteggio basso. Nel quarto periodo, Bologna rientrò fino a meno otto. Poi fu proprio Datome dall’angolo di fatto a respingere la rimonta. Finì 69-55. Datome nel corso della gara ebbe anche una stoppata su Belinelli, un taglio al volto da suturare in panchina direttamente e un dito slogato rimesso in ordine sempre in panchina.

Questa è stata la notte della terza stella e anche l’ultima notte da giocatore di Gigi Datome. Finire la carriera da MVP dopo una delle più grandi partite della propria vita è stato molto più che un lieto fine. E’ stata anche una prova di coraggio.

Il gladiatore di Gara 7

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