In origine, quando venne costruito nel 1991, si chiamava Pabellon Araba. Aveva una cupola che in seguito agli ingrandimenti successivi sarebbe stata smontata e depositata nell’ampia zona che circonda l’arena attuale. Adesso è una specie di monumento storico. Costruita per contenere oltre 9.000 spettatori, comunque tanti per una città come Vitoria-Gasteiz di 250.000 abitanti secondo il censimento del 2021, negli anni è arrivata a poterne ospitare fino a 15.500, la capienza odierna, necessaria per ospitare una Final Four di EuroLeague (è successo nel 2019) e numerose edizioni della Coppa del Re. Vitoria è una città di basket: non è nata come tale, ma lo è diventata.

La cupola originale della Fernando Buesa Arena, nata come Pabellon Araba

Nel 2000 l’arena venne intitolata a Fernando Buesa, nativo di Bilbao ma trapiantato a Vitoria per svolgere prima la pratica di avvocato e poi di uomo politico all’interno del Parlamento Basco. Al momento del suo assassinio era membro dell’assemblea generale della provincia di Alava, il cuore del territorio basco, e il leader del partito socialista basco. L’omicidio di Buesa, che aveva 53 anni all’epoca, venne rivendicato del gruppo separatista dell’ETA. Buesa stava camminando all’interno del campus universitario quando un van carico di dinamite esplose uccidendo lui e la sua giovane guardia del corpo. L’ETA era un’organizzazione terroristica, ritenuta responsabile tra gli anni ’60 e la prima decade del secolo dell’uccisione di 800 persone. Nel 2011 ha cessato la lotta armata e nel 2018 è stata definitivamente sciolta.

Vitoria è stata nominata come capitale del Paesi Baschi nel 1980 e da allora ospita governo e parlamento locali. La città si trova ad un’ora di distanza circa dalla più famosa Bilbao. Sportivamente, è territorio ciclistico. La squadra di calcio, l’Alaves, ha avuto momenti alterni, alti e bassi, tra cui il migliore è stato la conquista della finale di Coppa Uefa del 2001, persa contro il Liverpool. Adesso gioca nel massimo campionato spagnolo, navigando attorno al centro classifica. Gioca in uno stadio costruito nel 1924, soprannominato “El Glorioso” che può contenere poco più di 19.000 spettatori e condivide la stessa proprietà con il Baskonia di basket. Ma la città è una città cestistica.

Una vista totale della Buesa Arena che può ospitare oltre 15.000 spettatori

La svolta nella storia del basket locale è arrivata quando uno dei migliori giocatori vitoriani, Josejan Querejeta, che trascorse gran parte della sua carriera al Real Madrid, dopo aver smesso di giocare diventò presidente e proprietario del club determinandone il decollo verso una nuova dimensione quella che ha condotto il club a due finali di EuroLeague, quattro titoli spagnoli e sei Coppe del Re imponendosi di fatto come terza forza del basket iberico dietro le superpotenze Real Madrid e Barcellona. Da Vitoria sono passati generazione di giocatori che hanno fatto la storia sia in Europa che in America: Fabricio Oberto, Luis Scola, Andres Nocioni ovvero il cuore pulsante della Nazionale argentina campione olimpica nel 2004 sono tutti passati da Vitoria. E come loro Tiago Splitter, Pablo Prigioni, Davis Bertans, Nemanja Bjelica, per citarne alcuni e senza scomodare stranieri. Anche Vlado Micov ha cominciato a giocare qui a livello internazionale, anche se prima di esplodere a Cantù. Shavon Shields ha debuttato a Vitoria in EuroLeague; Fabien Causeur è diventato un giocatore di calibro internazionale a Vitoria.

Shavon Shields ai tempi in cui giocava a Vitoria

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