Le rimonte nelle coppe internazionali fanno parte della grande storia dell’Olimpia. Ci sono state le rimonta epiche, famose, indimenticabili come il meno 31 con l’Aris diventato un +34, e quelle meno ammantate di leggenda e tuttavia degne di menzione. Ce ne sono almeno tre. Alla vigilia della gara con Trento in cui servirà ribaltare il meno 10 dell’andata diamo un’occhiata a queste rimonte.

1) Coppa dei Campioni 1986/87, vs Aris Salonicco

Una partita catastrofica a Salonicco nella partita di andata apparecchia la tavola per un evento epico. “La partita di cui mi chiedono tutti, inevitabilmente”, dice Mike D’Antoni. “Per una settimana non ho parlato: McAdoo pensava fossi tranquillo, ero terrorizzato”, ricorda Dan Peterson. “L’unica volta in vita mia in cui ho visto Dino Meneghin teso prima della partita”, dice McAdoo. L’aspetto più interessante è questo: quando perdi di 31 non hai alcun motivo per pensare di poter ribaltare lo scarto. Quindi non c’era motivo di avvertire tensione. L’errore era già stato commesso. A quei tempi non c’era lo scouting, non si conoscevano gli avversari a memoria come oggi. L’Olimpia era arrivata a Salonicco impreparata psicologicamente a reggere l’urto, in più era all’inizio della stagione ed era fuori forma. E ancora: Ken Barlow era un debuttante spaesato, McAdoo un 35enne appena sbarcato in una nuova realtà completamente diversa da quello che aveva sperimentato fino ad allora. Ma in una settimana, l’Olimpia si ricostruì psicologicamente, riuscì a convincere l’ambiente che si poteva fare e si fece! “Volevo vincere di un punto, salutare dignitosamente la Copp”, disse Peterson. L’obiettivo era rimontare un punto al minuto. L’Olimpia ci andò vicino. Rimontare 31 punti secondo logica obbliga ad alzare i ritmi, in verità l’Olimpia rimontò con una grande prova difensiva tenendo l’avversario a 49 punti nonostante la presenza di due star dell’attacco come Panagiotis Giannakis e Nikos Galis.

2) Coppa dei Campioni 1965/66, vs Real Madrid

Nel girone dei quarti di finale, l’Olimpia la differenza l’avrebbe fatta alla vigilia dell’ultimo turno la differenza canestri. L’Olimpia al Palalido doveva battere il Real Madrid con almeno sei punti di scarti dopo il 71-66 della gara spagnola. Cinque punti possono sembrare nulla ma quello era il grande Real Madrid del grande Clifford Luyk (infatti 30 punti a Madrid), Bob Burgess ed Emiliano. Venne a Milano per vincere e alla fine del primo tempo comandava 37-35. Un anno dopo la stessa squadra avrebbe vinto il titolo europeo. L’Olimpia giocò un secondo tempo epico, finì per vincere 91-76 con 40 punti di Gabriele Vianello. Come avrebbe fatto nel 1987, dopo una rimonta epica, andò a vincere la Coppa.

3) Coppa delle Coppe 1971, vs Spartak Leningrado

Ecco una rimonta di cui si sente parlare poco. Finale di Coppa delle Coppe del 1971: a Leningrado, l’Olimpia perde di 10,  66-56 contro la squadra capitanata da Alexander Belov, il pivot russo che un anno dopo avrebbe segnato il canestro della vittoria nella finale olimpica contro gli Stati Uniti alle Olimpiadi di Monaco 1972. Ma al ritorno, al Palalido, l’Olimpia vinse 71-52 ribaltando di forza lo scarto appoggiando il gioco sui due lunghi. Arthur Kenney segnò 19 punti, Massimo Masini ne fece 18. Fu la seconda coppa internazionale vinta dall’Olimpia.

4) Eurocup 1998, vs Panathinaikos Atene

A differenza delle altre tre rimonte questa infine non h portato alcun trofeo. Nel 1997/98, la Stefanel giocava l’Eurocup della FIBA: superò bene Ostenda e rischiò tantissimo contro l’Asvel Villeurbanne (vittoria di nove a Milano, sconfitta di otto in Francia) e infine affrontò il Panathinaikos in semifinale. Perse di 19 la partita di andata ma incredibilmente rimontò prevalendo di 25, 96-71 in quella di ritorno. Era la squadra di Nando Gentile e Flavio Portaluppi. L’Olimpia si qualificò per la finale di Belgrado ma perse contro lo Zalgiris Kaunas che un anno dopo avrebbe vinto anche l’Eurolega.

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