Il giocatore più in forma dell’Olimpia, Vlado Micov, è anche il più esperto. Simone Pianigiani l’ha voluto a Milano per questo bagaglio di esperienza, la conoscenza del gioco, l’affidabilità. “Sì, quando ho parlato con il coach mi ha spiegato cosa si aspettava da me e quale sarebbe stato il mio ruolo”, ricorda. Ma a 32 anni di età quello che forse non era normale aspettarsi è il rendimento attuale, travolgente per continuità, efficacia, chirurgica precisione. Nell’ultimo mese, Micov è stato immarcabile: ha ritoccato il proprio record di punti in Italia (28 contro Trento, che ha una delle difese migliori della Serie A) e in EuroLeague (27 contro Valencia, 34 di valutazione, 7/9 da tre); sta segnando quasi 16 punti a partita nel girone di ritorno con percentuali da primo posto nella classifica del tiro da tre; è stato il top scorer di Milano nelle ultime quattro gare e in cinque delle ultime sei. E quando non ha usato il pallone per segnare, l’ha usato per mandare a canestro i compagni sfruttando la sua incomparabile visione di gioco. Altro che giocatore declinante o a fine carriera. Quella di Micov è una delle migliori stagioni di una superba carriera.

Vlado viene da Belgrado, prodotto della scuola serba con un passato importante nelle giovanili della Nazionale slava, l’oro europeo Under 16 nel 2001 e il bronzo Under 20 nel 2005. Nella fase di crescita ha militato in diverse formazioni, nel Beopetrol Belgrado poi Nova Pazova, OKK Belgrado, Buducnost in due momenti diversi vincendo due titolo montenegrini e tre coppe, e anche il Partizan dove ha conquistato il titolo serbo. Il suo percorso non è stato lineare: nel 2009 fu ceduto al Panionios Atene, poi ha giocato anche a Vitoria ma senza trovare stabilità. Così la svolta c’è stata a 25 anni con l’arrivo a Cantù, stagioni importanti, il ritorno in EuroLeague e una finale scudetto, nel 2011. Da Cantù è volato addirittura al CSKA Mosca voluto da Ettore Messina, giocando due volte le Final Four di EuroLeague. Non è mai stato un classico scorer ma al CSKA il ruolo era importante: nel primo anno ebbe 7.7 punti di media con il 42.3% d tre, nel secondo 7.6 punti per gara con il 48.8% da tre in EuroLeague. Dopo il CSKA, è andato al Galatasaray per tre anni, vincendo un’Eurocup nel 2016 assieme a Curtis Jerrells (ed è stato incluso nel primo quintetto All-Eurocup della competizione), poi è tornato in EuroLeague e ha giocato 29.1 minuti a partita, top in carriera. E ora a Milano ha numeri sotto gli occhi di tutti. Ha avuto una striscia di 14 gare con almeno una tripla a segno, ha segnato il canestro da tre del pareggio contro il Fenerbahce, purtroppo vanificato dalla sconfitta nel supplementare, ma è da febbraio in avanti che Micov ha decisamente cambiato passo.

Non è un grande atleta ovviamente. Questo è il motivo che gli ha precluso una carriera NBA o maggiori riconoscimenti personali. Compensa con l’intelligenza e la tecnica. E’ comunque un’ala piccola di due metri, che può giocare spalle a canestro e tirare da fuori, allargare il campo giocando da 4 soprattutto nei finali di partita. A livello europeo è il giocatore più esperto dell’Olimpia, ma non è solo questo: è anche un esempio di serietà in allenamento e di comportamento sempre e comunque. Non è un leader vocale, parla poco ma lo ascoltano tutti.

LA CRESCITA DI VLADO

Ecco la differenza nelle cifre di Micov tra girone di andata, stagione regolare e girone di ritorno. La sua crescita è totale in termini sia di produttività che di precisione.

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