Per il settimo anno consecutivo l’Olimpia Milano ha organizzato a Predazzo, sulle Dolomiti, il suo settimo AJP Summer Camp. Cresciuto fino ad accogliere quest’anno 714 ragazzi, provenienti anche da Spagna, Belgio, Portogallo, Finlandia, Svizzera e addirittura Emirati Arabi, si è svolto lungo l’arco di cinque settimane. I ragazzi svolgono due allenamenti al giorno, due ore al mattino, novanta minuti al pomeriggio e poi partecipano a numerosi tornei. Non mancano però i momenti di svago e divertimento che rendono l’esperienza indimenticabile.
I numeri non sono solo positivi ma indicano una costante crescita con iscritti provenienti da 59 diverse province italiane, le più lontane in Sardegna, Sicilia e Puglia. Sono stati 59 gli istruttori e allenatori altamente qualificati che si sono alternati nei vari turni, fra cui tutti gli allenatori del settore giovanile Olimpia e della MiniOlimpia. Quest’anno è stata anche inaugurata una pagina Facebook interamente dedicata che mostrasse il più possibile ogni giorno la vita del camp, oltre che un sito internet completamente rinnovato.
Tra gli istruttori quest’anno ci sono stati Coach Dan Peterson, l’assistente di Simone Pianigiani, Mario Fioretti, il secondo realizzatore nella storia del club, Roberto Premier, l’ex Capitano Marco Mordente, Flavio Portaluppi, più il vincitore dell’ultima Coppa Italia, alla guida di Torino, Paolo Galbiati, prodotto del settore giovanile dell’Olimpia e uno dei personaggi storici del camp, Marco Cardani, coach dell’Under 18 Olimpia nell’ultima stagione, Michele Carrea e Arianna Landi. E un altro degli assistenti di Pianigiani, Stefano Bizzozero: “E’ stata ancora una volta una bellissima esperienza. Abbiamo organizzato le attività sui campi pensando alla crescita tecnica dei ragazzi e delle ragazze, modulando la proposta a seconda di ciò che ci trovavamo di fronte ma cercando di essere sempre sfidanti. Il lavoro a stazioni del mattino permetteva a tutti i camperini di avere a che fare con tutti gli allenatori presenti, mentre il lavoro al pomeriggio era volto alle collaborazioni di squadra. Anche per gli allenatori è stata un’esperienza più che positiva, fatta di grande condivisione e di importanti momenti di formazione”.
L’esperienza però non è stata solo “tecnica”. Sono state tante le attività organizzate durante tutte le serate del camp, pensate per fare nuove conoscenze e condividere momenti di divertimento non necessariamente connessi alla palla a spicchi. C’è stata anche l’occasione per un remake della finale Scudetto 2017-18 fra il nostro camp e quello dell’Aquila Basket Trento. All’interno del Palazzetto dello Sport di Cavalese più di 200 camperini si sono sfidati all’insegna del divertimento e del fair play.
“I ragazzi raggiungono tre obiettivi al camp – dice Coach Peterson – In primo luogo, compiono un’esperienza di vita lontano dalla famiglia, poi migliorano tecnicamente e infine incontrano avversari differenti da quelli con cui si misurano di solito”. “Mi piace stare con i ragazzi, aiutarli e poi è appagante quando arrivano i genitori che sono stati miei tifosi e allora mi chiedono della rimonta con l’Aris o dei tre scudetti di fila, di D’Antoni, McAdoo e Joe Barry Carroll”, dice Premier.