C’è qualcosa di magico a Fairfield University. Il college gesuita a 45 minuti da Manhattan dove Arthur Kenney costruì il suo carattere prima di venire a conquistare Milano, è anche l’alma mater di Rakim Sanders. Rakim “The Dream” il suo posto nella storia ce l’ha già tutto. Intanto ha eguagliato Rolando Blackman che nel 1996 fu MVP della Coppa Italia e dei playoffs. Era l’anno della doppietta che in Europa quest’anno è riuscita solo all’Olimpia, al Cedevita Zagabria ed è alla portata del Real Madrid (ovviamente il CSKA Mosca è andato oltre vincendo anche l’Eurolega oltre alla VTB). Nella serie finale, Sanders ha segnato 13.8 punti di media con il 60.0% da due, il 40.9% da tre, 3.6 rimbalzi. Infine in gara 6 ha anche dato via cinque assist, il suo massimo. Sanders era arrivato a Milano a dicembre ma con la mano destra reduce da un’operazione e lontano dal rientro. E’ tornato solo a gennaio inoltrato, in tempo per diventare MVP delle Final Eight, a dispetto dell’utilizzo obbligato da ala forte tattica quando lui si sente ala piccola e in questo ruolo può creare mismatch (così come da ala grande apre il campo e può cambiare su tutti i blocchi). Per quanto sia stato devastante in attacco, in quasi tutte le partite, esplosivo nell’attaccare il ferro, in difesa è stato esemplare per la sua capacità di spaziare sul fronte, bloccando ora Kaukenas ora Della Valle ora Aradori. Sanders era stato MVP dei playoffs anche l’anno passato quando giocava a Sassari. E’ una sorte di perenne MVP. D’altronde viene da Fairfield.