Ci sono trasferte e trasferte, questa di Monaco di Baviera è una trasferta che mancava da sette anni. Una trasferta valida di EuroLeague per i playoff non si verificava dal 2014 quando l’Olimpia si trasferì a Tel Aviv sull’1-1. Lo scorso mese di ottobre, l’Olimpia arrivò qui a Monaco per giocare la prima partita della sua stagione europea. Aveva appena vinto la Supercoppa e anche il torneo di Kaunas. Non aveva Kevin Punter e Vlado Micov, infortunati, e non sapeva ovviamente cosa le avrebbe riservato la stagione. Andò via dall’Audi Dome con una vittoria durissima dopo un tempo supplementare timbrata da una bomba di Shavon Shields. Il Bayern ebbe un ultimo possesso per capovolgere la gara, ma la difesa oppose una strenua resistenza. L’Olimpia controllò il rimbalzo e portò a casa la prima vittoria della sua stagione. Fu una vittoria in qualche modo “criticata”, una vittoria risicata, sofferta, ottenuta con un pizzico di fortuna, ma la verità è che sarebbe stata una vittoria pesantissima contro una squadra forte. Il Bayern avrebbe vinto 21 partite dopo quella sconfitta, ne avrebbe perse appena tre in più sul suo campo, l’Olimpia ne ha vinte altre 20. E quella vittoria ha di fatto deciso il quarto posto nella stagione regolare. E’ la prova di cosa sia una stagione di EuroLeague. Ogni partita conta, la prima come l’ultima. E adesso siamo di nuovo qui, a Monaco di Baviera.

L’Olimpia giocherà all’Audi Dome. La storia dell’arena è nota: è l’impianto che ospitò il torneo di basket alle Olimpiadi del 1972, quelle del canestro con cui Alexander Belov dopo un finale interminabile e ripetuto tre volte inflisse con la sua Unione Sovietica la prima sconfitta olimpica alla Nazionale americana. Sono passati 49 anni. Quelle Olimpiadi verranno ricordate soprattutto per l’attentato agli atleti israeliani, la strage del Villaggio a Connolly Strasse e poi all’aeroporto.

Qui invece si cerca di scrivere un’altra storia, anche se molto più piccola ovviamente. Il Bayern è al debutto nei playoff, ma dall’anno prossimo sarà un membro a tutti gli effetti dell’EuroLeague, conferma del rispetto che si è conquistato in queste stagioni. Se fosse stato tutto normale, l’Audi Dome sarebbe stato pieno per un evento storico. Purtroppo, nel 2021 anche questa gara sarà uno spettacolo televisivo.

Come routine, è una trasferta come tutte le altre. L’Olimpia è abituata ad allenarsi al mattino al Mediolanum Forum nella propria “practice facility” per poi pranzare nella “food room” secondo il menù predisposto dal nutrizionista Fabrizio Spataro (oggi, ad esempio, spaghetti al pomodoro con pesce spada, insalata di farro, pesce spada o petto di pollo e verdure) e dirigersi verso Malpensa per imbarcarsi sul proprio charter che l’ha portata in poco più di un’ora a Monaco. L’hotel è adiacente ad un parco, un tragitto veloce anche verso l’Audi Dome passando accanto all’Allianz Arena. Sul campo di gara l’unico allenamento sarà il walk-through della mattina che precede la partita che alle volte si rivela una semplice seduta di tiro. Gli ultimi meeting si svolgono sempre in hotel.

Il gruppo è composto da tutti i 17 giocatori del roster, in aereo prendono posto nei soliti posti in base allo spazio tra le file che deve tutelare un po’ di più i lunghi, l’ultimo dei giocatori è Gigi Datome. Si decolla da una Malpensa annuvolata alle 16.15, si atterra alle 17.15 in un aeroporto deserto, ma in una Monaco accarezzata dal sole primaverile. 27 chilometri di strada conducono la squadra in hotel, ampiamente in anticipo sulla cena delle ore 20, che viene chiusa osservando grazie ai cellulari la clamorosa rimonta del Real Madrid nella partita con l’Efes. Domani ci sarà la colazione poi il trasferimento all’arena per 45-50 minuti di tiro, il pranzo e infine l’attesa.

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