Le settimane che includono due impegni sono le più severe per le squadre che prendono parte all’EuroLeague, le più temute per quello che comportano in termini di dispendio fisico e di energie mentali. Figuriamoci quando ambedue le partite sono in trasferta. E figuriamoci quando – come è capitato all’Olimpia nell’ultima settimana – alle due trasferte europee occorre aggiungerne una terza di campionato. Quando il gruppo ha lasciato Malpensa lunedì scorso sapeva di dover giocare tre gare in cinque giorni con quattro voli aerei a contenerle e che sarebbe rimasto “on the road” per una settimana intera. Sette giorni. La trasferta più lunga della stagione.


Monaco
Milano-Monaco in aereo rappresenta uno dei viaggi europei più corti. In questa stagione – visto che a Montecarlo il viaggio venne effettuato in pullman – è stato anzi il più corto. Un’ora di volo circa. Quasi lo stesso tempo necessario per trasferirsi poi dall’aeroporto all’hotel, ai margini del Parco Olimpico, dove è stata costruita la SAP Garden Arena. In un’area ricca di impianti sportivi, tutti risalenti alle Olimpiadi del 1972, il palasport in cui da quest’anno gioca il Bayern è l’unico che rappresenti una novità. Bellissimo, moderno, con concetti e skybox stile NBA, praticamente si trova accanto all’enorme Stadio Olimpico che a sua volta è circondato dalla piscina e dall’Olympia Halle. Aldilà della strada in questo fazzoletto di verde nel cuore del Parco sorge il memoriale, piccolo ma emozionante, che onora le vittime della strage di cui fu vittima alle Olimpiadi del 1972 la squadra israeliana. Si trova a pochi metri, letteralmente, dalle palazzine del Villaggio Olimpico ora diventate residenze private inclusa quella di “Connollystrasse 31” in cui la strage – che ebbe il suo tragico epilogo all’aeroporto della base militare di Fürstenfeldbruck – ebbe luogo.


Storicamente le partite tra Bayern e Olimpia finiscono in volata. Nella storia recente di questo confronto nove gare su 21 sono terminate con scarto tra uno e tre punti, un’altra è finita dopo un tempo supplementare. Ci sono state una serie di playoff equilibratissima in cinque atti; rimonte clamorose; prodezze sulla sirena (l’Olimpia così ha vinto Gara 1 del 2021 con Zach LeDay e nel 2014/15 con una tripla di Daniel Hackett) e colpi di scena. Non questa volta: l’Olimpia ha tenuto un tempo poi si è disunita e ha ceduto. Non c’è nulla di peggio durante una trasferta così lunga che cominciarla con il piede sbagliato perché può compromettere moralmente il resto del viaggio. Non è stato questo il caso, fortunatamente.
Kaunas
La trasferta di Kaunas è cominciata dopo il pranzo consumato ancora in Germania. L’aeroporto di Kaunas è piccolo e poco frequentato dai voli commerciali che generalmente fanno rotta su Vilnius a circa un’ora di strada di distanza. Se il SAP Garden di Monaco è l’arena più giovane e moderna d’Europa, la Zalgirio Arena ha già una quindicina di anni ma conserva tutta la sua modernità, luci scure sugli spalti, campo illuminato, grande trasporto da parte del pubblico. Un’arena bella, elegante che trasuda passione.


Kaunas è forse il miglior posto d’Europa in cui assistere ad una partita di basket di alto livello. L’arena è sempre piena; Kaunas è una città di basket con una tradizione che risale alle origini del basket lituano negli anni ‘30; il pubblico è partecipativo ma in generale corretto e rispettoso. Lungo il corridoio che costeggia gli spogliatoi, troneggia una foto d’epoca di un vecchio Zalgiris-CSKA Mosca dei tempi in cui le squadre lituane prendevano parte al campionato sovietico tra il giovane Arvydas Sabonis e il più esperto Volodia Tkachenko, il centro russo di 2.20 contro cui Dino Meneghin ha combattuto per una carriera. In una foto ci sono due giocatori leggendari di un’epoca molto particolare. L’esperienza di giocare qui è indimenticabile. Dopo la presentazione delle squadre, da tradizione locale, il pubblico si alza in piedi e tutti i 15.000 presenti cantano l’inno nazionale lituano. Tutti! Siccome le parole vengono ricordate a tutti i presenti sul cubo, Zach LeDay ha percorso un piccolo viaggio nella propria storia unendosi al pubblico di casa per partecipare lui stesso a questo toccante momento.


Lo Zalgiris è il club con più storia in Lituania, quello che ha avuto più successo a livello internazionale e generalmente è sempre stato considerato una sorta di club-nazionale. Con la crescita di altre squadre soprattutto a Vilnius adesso questo concetto non è più assoluto come una volta. Ma bisogna ricordare che ai tempi dell’occupazione sovietica, lo Zalgiris che andava a competere e negli anni ‘80 anche a battere le squadre di Mosca, rappresentava qualcosa di più della squadra di Kaunas. Rappresentava una repubblica annessa e motivo di rivincita per tutto un popolo, molto oltre il basket.
L’Olimpia nella tarda serata di mercoledì ha attraversato il ponte che unisce la città all’arena su un isolotto artificiale raggiungibile anche a piedi, per l’allenamento sul campo di gara. Poi si è ripresentata per lo shootaround della mattina. La sera, reduce dalla ferita di Monaco, come altre volte quest’anno, ha risposto con il cuore. E’ stata una battaglia mai domata fino agli ultimi secondi, ma tutta vissuta comandando nel punteggio. Nel quarto periodo quando la pressione del pubblico di casa, il suo supporto alla squadra massimo, lo Zalgiris ha messo la testa avanti. Ma è stato solo un possesso, quindici secondi più o meno poi Shavon Shields ha centrato la tripla del controsorpasso e a quel punto l’Olimpia non ha più inseguito. Zach LeDay, l’ex amato anche qui, ha chiuso la gara segnando otto punti negli ultimi 134 secondi!


Sassari
Dopo due turni consecutivi di gare, per tutte le squadre di EuroLeague non c’è nulla di più difficile che ritrovare le energie non solo fisiche ma soprattutto mentali per giocare dopo poche ore anche in campionato. E’ qui che diventa indispensabile la profondità del roster. Da Kaunas, il gruppo si è trasferito a Sassari con un volo, destinazione Alghero, di circa tre ore. La squadra è arrivata all’hotel adiacente il palasport di Sassari per l’ora di cena, consumata in un ristorante del centro dove ad attendere i compagni c’era Fabien Causeur.

Il Pala Serradimigni, intitolato ad una giocatrice sassarese della nazionale scomparsa prematuramente nel 1996 in un incidente stradale, evoca tantissimi ricordi. La storia di Olimpia-Dinamo nell’ultimo decennio è formata da tanti capitoli. Paradossalmente l’Olimpia a Sassari ha per lo più costruito ricordi positivi mentre Sassari le ha inflitto qualche delusione, anche cocente, soprattutto a Milano. E’ un campo solitamente caldo, che sostiene la squadra di casa e la spinge a dare sempre qualcosa di più. E’ anche la prima partita di Ousmane Diop da avversario in quella che ormai può considerare la propria città di adozione. L’andamento della gara è stato molto simile a quello di Kaunas: l’Olimpia ha guidato nel punteggio praticamente sempre, ma nel quarto periodo si è ritrovata sotto nel punteggio. Come in Lituania tuttavia si è ripresa il controllo subito nel possesso seguente. Con una tripla di Shavon Shields. Ancora!
I tre grandi protagonisti del successo di Kaunas hanno faticato a trovare la brillantezza per ripetersi a Sassari. Prima di quella tripla, Shields aveva due punti e zero su sei da tre. Ma negli ultimi 150 secondi ha segnato la tripla del controsorpasso e la penetrazione che di fatto ha chiuso la gara. Ma l’Olimpia non avrebbe vinto se a guidarla non fossero stati i giocatori meno scarichi come Neno Dimitrijevic o lo stesso Freddie Gillespie nella sua migliore interpretazione del cancellatore umano visto che tra Kaunas e Sassari con sei stoppate al ferro ha cancellato dal tabellone 12 punti avversari complessivi.


Milano
Giorno sette di sette. La trasferta finisce con un volo di prima mattina che riporta la squadra da Alghero a Linate poi ad Assago per il rompete le righe. Dopo tre partite in cinque giorni, sette giorni in trasferta, quattro voli, tre paesi visitati, ecco il rientro a casa. Per gli americani e in particolare per Shavon Shields – in campo, a caccia del terzo titolo consecutivo, ci sono i Kansas City Chiefs della sua città, la squadra di cui il padre Will è stato leggenda – è il Superbowl Sunday. Un viaggio di una settimana è sempre un’avventura. Ma non c’è altro tempo per rifletterci sopra. E’ già tempo di Coppa Italia.
