VITORIA – E’ una città di basket, Vitoria, anche se il Deportivo Alaves, la squadra di calcio, è nel massimo campionato spagnolo, condivide la medesima proprietà e occasionalmente ha avuto momenti brillanti, come nel 2001 quando conquistò la qualificazione alla finale di Coppa Uefa, perdendola con il Liverpool in una stagione in cui incontrò anche l’Inter. Ma il basket resta padrone, non solo perché l’Alaves ha una vittoria in sette gare nella Liga. Vitoria è la seconda città della Comunità Autonoma dei Paesi Baschi, dopo Bilbao e davanti a San Sebastian. Conta circa 250.000 abitanti. Ha un centro storico suggestivo, attorno alla Piazza della Vergine Bianca. La squadra di basket ha portato il nome di Vitoria dappertutto in Europa, raggiungendo cinque volte le Final Four e accogliendo tra le proprie braccia giocatori che hanno fatto epoca, come Luis Scola, Fabricio Oberto, Tiago Splitter, Andres Nocioni, Pablo Prigioni, Arvydas Macijauskas, Nemanja Bjelica, Davis Bertans fino a Thomas Heurtel, Adam Hanga, Shane Larkin, Mike James, Lucas Vildoza e lo stesso Shavon Shields.
IL RICORDO – Nel marzo del 2014 l’OIimpia sbancò Vitoria con un perentorio 83-65. Spaccò la partita andando avanti 20-5 dopo cinque minuti di gioco e poi resistendo ai tentativi avversari di rimonta. Un successo che spianò la strada verso i playoff di EuroLeague. Membro di quella formazione di Milano era Nicolò Melli, allora 23 anni. L’allenatore avversario era Sergio Scariolo, nella sua seconda esperienza a Vitoria. Questo è un tratto caratteristico del Baskonia, che negli ultimi venti anni o poco più è stato guidato due volte da Scariolo, tre volte da Velimir Perasovic e ovviamente tre volte da Dusko Ivanovic che vanta la militanza più lunga nel club basco.
L’ARENA – Si trova nella periferia della città, ma Vitoria non è una metropoli quindi il viaggio dal centro all’arena è abbastanza agevole. E’ intitolata a Fernando Buesa, uomo politico ucciso in un attentato terroristico nel 2000. La versione originale dell’impianto era molto più piccola, adesso può ospitare oltre 15.000 spettatori. E’ stata ingrandita due volte, l’ultima perché potesse ospitare le Final Four, com’è puntualmente accaduto nel 2019 con vittoria del CSKA Mosca di Sergio Rodriguez e Kyle Hines. La cupola dell’impianto originale adesso è nell’ampio spazio che circonda l’arena, adibito a parcheggio. E’ diventata una specie di museo. Il Baskonia ha appena avuto il via libera per ospitare l’80% degli spettatori circa 12.000. Stasera potrebbero arrivare a 10.000.
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— Olimpia Milano (@OlimpiaMI1936) October 7, 2021
TRAVEL NOTES – Il charter è l’unico modo per atterrare direttamente a Vitoria, altrimenti i voli devono procedere verso Bilbao e successivamente occorre viaggiare per un’altra ora in auto, allungando i tempi. Ma l’aeroporto si sta progressivamente ingrandendo ed è stato rimodernato rispetto a qualche tempo fa. L’Olimpia è partita da Malpensa alle 16.00 dopo l’allenamento di giovedì ed è atterrata puntualmente a Vitoria alle 17.50. Curiosa la posizione di Shavon Shields che nel giro di una settimana ha incontrato prima Trento e ora deve affrontare Baskonia, le sue due squadre prima di approdare a Milano. La squadra ha cenato alle ore 20, interrompendo la visione in diretta delle partite di EuroLeague della serata di ieri, cominciando con Zalgiris-Zenit nella quale erano impegnati alcuni ex, ma nella sala da pranzo le televisioni erano counque sintonizzate su Bayern-Barcellona. L’allenamento del giorno gara, in una Vitoria inusualmente calda, si è svolto alle 12.30, dopo quello della squadra di casa e dopo la riunione in hotel. Si finisce attorno alle 13.10 per pranzare alle 13.30 e attendere poi la gara.