Sveglia alle 9.00, che in Italia sarebbero state le 8, per l’Olimpia. Colazione in hotel e poi via verso la Nokia Arena. L’impianto trasuda storia. All’ingresso lungo un vialone adornato di palme, come a Miami Beach, ci sono foto in bianco e nero e foto a colori. La più emozionante è quella di Moshe Dayan, il leader militare e politico di Israele, con la sua benda sull’occhio che si congratula con i giocatori della “Yellow Nation” dopo il primo titolo europeo, vinto un paio di anni prima che scomparisse.
Lungo la strada che dall’hotel porta all’arena ci si imbatte nella “steakhouse” di proprietà di Derrick Sharp, ex guardia del Maccabi, naturalizzato e autore del canestro contro lo Zalgiris che salvò le Final Four di Tel-Aviv nel 2004 quando il Maccabi liquidò in finale la Fortitudo, sepolta sotto uno scarto record. Ma il Maccabi non ci sarebbe arrivato senza la preghiera che catapultò Sharp nella leggenda. Lo scorso anno era nello staff tecnico di David Blatt, ma non quest’anno.
L’allenamento è quello classico della mattina della gara: tanto tiro, gare lunghi contro piccoli con David Moss che per equilibrare gioca con i “big men”. Ioannis Athinaiou, che non può giocare, completa l’allenamento con una seduta atletica, una serie di sprint dalla linea di fondo a metà campo, poi decelerazione e recupero per la lunghezza del campo. Salvo ricominciare tutto sotto l’occhio inflessibile di Giustino Danesi e del suo cronometro. Athinaiou scambia due parole con Sofoclis Schortsanitis prima che il Maccabi occupi il parquet al posto dell’Olimpia: reminiscenze greche per i due. La presenza di “Big Sofo” come lo chiamano qui non sembra in discussione. L’arena è già addobbata di giallo e di blu. Pronta ad esplodere anche se fuori regna la calma del giorno festivo, poco traffico, poca gente.
Coach Banchi, Cancellieri e Portaluppi rientrano a piedi in hotel, tre chilometri sotto il sole, quasi tutti diritti. Alle 13 il pranzo è consumato in un clima concentrato ma sereno. “L’aspetto più importante è quello mentale perché a Tel-Aviv loro possono trafsormarsi, soprattutto i giocatori locali”, dice il Coach pensando a Guy Pnini, Ohayon, tutti abbastanza timidi al Forum. Stasera saranno dei leoni.