Neanche il tempo di celebrare l’ottava vittoria stagionale su otto gare ufficiali, a Brescia, altra prova over 90 dell’Olimpia, che il pullman della squadra “ritira” il gruppo davanti al Mediolanum Forum per la seconda gara in tre giorni, quella esterna con l’Olympiacos Pireo. “Sono contento dopo due vittorie europee di giocare contro una squadra top, anzi due, perché poi ci sarà il Real Madrid. Alla fine di questa settimana saremo tutti più intelligenti nell’esprimere un parere sul nostro futuro”; dice Coach Jasmin Repesa. Subito le notizie: è stat confermata la squadra di Istanbul, quindi sono rimasti a casa a prepararsi Simone Fontecchio e Bruno Cerella. Ricky Hickman e Alessandro Gentile si sono allenati a Milano la scorsa domenica e sono stati come previsto riaggregati al gruppo. Schivato il traffico, il volo che porta la squadra ad Atene decolla alle 11 da Malpensa. Previsto allenamento in serata, alle 21 locali, orario della partita (le 20 in Italia) come prescrivono le regole.
L’Olympiacos ha perso all’esordio in EuroLeague con il Real Madrid, ma in Spagna, e nonostante lo scarto ampio in realtà ha ceduto solo alla distanza. Poi ha inanellato due gare strepitose, con il Panathinaikos in campionato (dopo questa partita, si è dimesso il coach ellenico Argyris Pedoulakis ed è arrivato Javier Pascual, ex Barcellona) e in EuroLeague contro l’Efes Istanbul, travolta di 24 punti. In campionato sabato scorso ha giocato una partita strana contro il Doxa Lefkadas: dopo aver sperperato un vantaggio di 18 punti, è andata sotto di cinque a 45 secondi dalla sirena. Qui l’ex senese Erick Green ha messo due triple e vinto la partita. La seconda sulla sirena dopo un rimbalzo d’attacco. “Corrono tanto, bene, e sono in salute”, dice il Coach Repesa, immerso sui suoi appunti per tutto il viaggio, intento a disegnare giochi e appuntare idee. In fondo al velivolo, i soliti Massimo Cancellieri e Mario Fioretti al lavoro al video. Pensando anche al Real Madrid perché non ci sarà tempo di fare tutto dopo la gara del Pireo. Quindi va preparata anche la partita successiva.
I “reds” sono la squadra di vertice che ha cambiato di meno in Europa. In sostanza hanno sostituito DJ Strawberry con Erick Green, più giovane, più piccolo, meno fisico, migliore attaccante; e Othello Hunter con Khem Birch, caratteristiche simili, di saltatore potente. Al momento ha più spazio di Patric Young, reduce da otto mesi di stop per infortunio. Tra i centri sta aumentando lo spazio a disposizione di Milutinov. Il roster è profondo, il sistema di gioco di Sfairopoulos collaudato, l’eterno Vassilis Spnoulis è in grande forma e così il tiratore Matt Lojeski, un altro veterano, come Georgios Printezis. Si giocherà al “Pace e Amicizia”, un impianto con un look simile al vecchio e defunto Palazzone di San Siro, con il tetto cavo, in riva al mare, sul porto del Pireo. E’ un impianto vecchio e ampio. Il pubblico è distante dal campo ma riesce a mettere pressione lo stesso quando la partita si fa dura, soprattutto da quelli del “Gate 7”, i tifosi più focosi. “Gate 7” in realtà non è un cancello del palasport ma del vicino stadio in cui nel 1981 fa persero la vita 20 tifosi dell’Olympiacos dopo un derby di calcio con l’AEK. Si ammassarono all’uscita per festeggiare il clamoroso 6-0 ma era chiusa e successe quello che potete immaginare. 21 morti (uno era un tifoso dell’AEK) e 55 feriti.
L’Olimpia ha incontrato spesso l’Olympiacos in anni recenti, talvolta giocando ottime partite (nel 2012/13 perse di uno in volata, quando aveva i due greci Ioannis Bourousis, che era un ex, e Antonis Fotsis, oggi insieme al Panathinaikos), ma ha vinto solo una volta. Successe nel 2013/14. Nella partita di andata, aveva vinto 81-51 annunciando all’Europa il suo “ritorno” (“Red Shoes Are Back” nacque così), nel ritorno vinse in volata ma guidando quasi tutta la gara. L’ultimo tentativo di rimonta fu spezzato da una tripla frontale di Keith Langford.
Incluso il fuso orario, l’Olimpia è atterrata in orario. In hotel la squadra è stata subito radunata dal Coach Repesa per un meeting di 20 minuti che ha preceduto un pranzo ovviamente tardivo. E’ necessario comprimere i tempi. Dopo il riposo pomeridiano, alcuni giocatori hanno anticipato la seconda riunione di squadra nella palestra dell’hotel con Giustino Danesi per un lavoro specifico.
Miroslav Raduljica, ex Panathinaikos, riceve le attenzioni dei media locali prima dell’allenamento. Daniel Hackett passa a salutare i vecchi compagni, Alessandro Gentile, il concittadino e amico Cinciarini, Ricky Hickman con il quale giocò sempre a Pesaro. Racconta la sua vita di padre, con la piccola Victoria che si sveglia ad intervalli regolari e ne disturba il sonno. Ma ovviamente lo dice con la felicità stampata sul volto. Il “Peace And Friendship” è grande, largo, non necessariamente elegante. Questo è il campo in cui Alessandro Gentile vide il padre Nando vincere da protagonista uno scudetto greco, in trasferta con la maglia verde del Panathinaikos. L’impianto di illuminazione è stato migliorato. Si comincia con la squadra divisa in gruppi di quattro giocatori. Si ripassano le situazioni e poi l’allenamento entra nella fase allenante. Si finisce dopo circa 70 minuti con il solito huddle in mezzo al campo. Poi i giocatori restano a fare stretching o tirare: Hickman esegue una serie di movimenti uno contro uno con tiri acrobatici ravvicinati, Kalnietis lavora con Cancellieri, Cinciarini alterna tiri liberi e tiri da tre, Abass scarica la sua consueta razione di tiri da fuori e infine Dada Pascolo con Fioretti rimane l’ultimo in campo. “Se vuoi puoi rimanere”, gli dice Coach Repesa quando ormai resterebbe solo da spegnere le luci.