Un derby frizzante vinto a Varese giocando bene con energia è stato festeggiato con una pizza margherita per tutti consumata sul pullman di rientro al Mediolanum Forum nella serata di domenica. Poi la partita è stata cancellata dalle menti. Lunedì mattina, l’Olimpia era di nuovo in palestra e l’unico pensiero era rivolto alla trasferta di Mosca, un recupero. Il che significa, per la prima volta, un secondo doppio turno settimanale consecutivo cui ne seguirà un terzo. Un calendario in totale stile NBA che prevede quattro trasferte di fila, anomalia del calendario delle partite “ri-schedulate”, e due gare di campionato contro le due formazioni che seguono Milano in classifica. E’ dicembre, comincia a sentirsi l’aria del Natale, a Milano era Sant’Ambrogio ieri e festa oggi per l’Immacolata Concezione. Ma non c’è tempo per distrarsi.
Tre ore e venti per arrivare a Mosca, con l’aggiunta di una ventina di minuti trascorsi a Malpensa in attesa che l’aereo venisse rifornito. Se nella zona di Varese c’era tanta neve per terra e temperature generalmente basse, quando il gruppo è atterrato a Mosca non ha trovato ovviamente nulla di più mite. Massima meno sei gradi, minima meno undici anche sotto il sole di questa mattina. Meglio guardare come fanno gli americani i gradi Faherenheit che offrono sensazioni psicologicamente migliori. Solo psicologicamente però. Il freddo ha convinto tutti ad usare piumini e cappelli, anche coloro che come Kaleb Tarczewski normalmente hanno sempre caldo. Tutti indossano cappelli di lana del club, tutti tranne Shavon Shields che non dimentica mai di essere nel cuore un membro della famiglia dei Kansas City Chiefs di football. Lui indossa il loro pom-pom. In compenso le procedure di sbarco, controllo passaporti eccetera sono molto più rapide del solito, anche questa conseguenza degli aeroporti virtualmente deserti.
Il ritorno a Mosca è significativo per Kyle Hines, anche se lui giocava a Mosca nel CSKA, mentre Khimki è in realtà un agglomerato urbano di circa 200.000 abitanti, lontano 35 chilometri dall’aeroporto Sheremetyevo. Essendo la città governata amministrata da un oblast (distretto) locale è sottoposta anche a regole differenti rispetto alla capitale. Per questo mentre il CSKA sta giocando le sue partite con un po’ di pubblico, il Khimki dopo le prime due gare di questa EuroLeague è tornato ad esibirsi solo a porte chiuse. Sarà così stasera alle 18.30 locali, due ore in meno in Italia. Fatto sta che l’unico ex della partita è Dairis Bertans, il bomber lettone alla seconda stagione al Khimki dopo quasi due anni trascorsi a Milano e interrotti dalla parentesi nella NBA a New Orleans.
Ovviamente il faro della squadra è Alexey Shved, play-guardia russo di talento debordante, cresciuto nel CSKA (è stato allenato ma da giovanissimo da Ettore Messina) prima di andare nella NBA dove ha giocato a Minnesota e New York, salvo poi tornare in Russia e diventare la bandiera del Khimki. E’ un giocatore con numeri da Playstation: quest’anno sta segnando meno e sta distribuendo 8.2 assist a partita. Tre anni fa portò il Khimki ad una vittoria a Milano esplodendo con due triple frontali da nove metri nel momento cruciale. A livello individuale ha fatto tutto, ha vinto anche la classifica marcatori e detiene il record di punti segnati e triple realizzate in una sola stagione di EuroLeague. Ha avuto una striscia di 78 gare consecutive in doppia cifra. Ha avuto però qualche problema fisico, che ha condizionato le ultime due stagioni del Khimki. Quest’anno ha saltato qualche partita, come è accaduto ad altri giocatori locali, ma in questo momento il roster del Khimki è da considerarsi al completo. Ed è una squadra, il Khimki, con una grande esperienza a livello NBA. Jonas Jerebko ha giocato 635 partite in America, Greg Monroe 632. Aggiungendo Shved (182), il veterano Sergey Monia (26) e Jordan Mickey (64), il totale è di 1.539 apparizioni complessive. Da quest’anno in squadra c’è anche Errick McCollum che è un veterano delle leghe europee, ha giocato tanto in Turchia anche all’Efes in EuroLeague, ma ovviamente è noto anche per essere il fratello di CJ McCollum, la grande stella dei Portland Trail Blazers. Così si affianca a Bertans come fratello meno noto di una star.
Il giorno della partita è differente dal solito: l’orario della palla a due, le 18.30 locali, accorcia i tempi, ci sono due ore di fuso orario differente da smaltire e i tempi di spostamento dall’hotel all’arena notevoli. Così la squadra non si allena la mattina, limitandosi ai consueti meeting del giorno di gara.