In realtà non si gioca proprio a Mosca. Khimki è una città di oltre 200.000 abitanti, nella cintura della capitale, a 35 chilometri dall’aeroporto Sheremetyevo che con il traffico si percorrono in tre quarti d’ora circa. L’Olimpia ha spezzato il tragitto in due momenti: è partita da Malpensa sul proprio charter alle 15.30, un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, è atterrata dopo tre ore e 10, perdendone due ulteriori a causa del fuso orario. Così la squadra ha alloggiato in un hotel dell’aeroporto affrontando l’ultima tappa del viaggio oggi stesso: colazione, trasferimento, check-in in un albergo vicino all’arena, che si chiama Lecco, ha insegne tricolori, ma di italiano ha davvero pochissimo, e infine allenamento.

E’ la quarta volta che l’Olimpia viene da queste parti. Gli ultimi due sono stati viaggi felici, ma sempre a fine stagione. Due anni fa, la vittoria costrinse il Khimki a restare in apprensione fino alla fine per raggiungere i playoff. Lo scorso anno fu l’Olimpia, vincendo, ad alimentare i propri propositi di playoff poi svaniti all’ultima giornata. Il Khimki ha assemblato una squadra molto competitiva, che è 5-2, e una gara l’ha persa contro il CSKA, dall’altra parte della città. In più è 3-0 sul proprio campo. La squadra è allenata da un lituano, Rimas Kurtinaitis, oro olimpico a Seul 1988 con l’Unione Sovietica; ha in squadra due lettoni, i tiratori Janis Timma e il nostro ex Dairis Bertans; uno svedese Jonas Jerebko di padre americano che cominciò la sua carriera ad alto livello a Biella; un serbo che ha vinto l’argento olimpico a Rio, Stefan Jovic; quattro americani (Chris Kramer, Jeremy Evans, Devin Booker e Anthony Gill) e naturalmente un’ampia pattuglia di russi capeggiati da Alexey Shved, capocanoniere due anni fa, in lotta per il titolo che avrebbe vinto anche l’anno passato se un infortunio lunghissimo non l’avesse limitato ad un numero di gare insufficiente per entrare in classifica.

Hanno viaggiato 13 giocatori: sono rimasti a casa Arturas Gudaitis e Amedeo Della Valle, indisponibili. E’ un ritorno a Mosca per Ettore Messina, sei anni al CSKA, e per Sergio Rodriguez, due anni al CSKA. Il Chacho ha vinto la VTB League due volte sempre battendo il Khimki in finale. Nel 2018, ha conquistato le Final Four di EuroLeague battendo in un’aspra serie di playoff proprio il Khimki e dopo un duello entusiasmante proprio con Shved. In quelle quattro partite, Rodriguez ebbe 19.3 punti e 6.5 assist di media in 30 minuti, con il 45% da tre e 18/19 dalla lunetta. Shved? 24.3 punti, 5.8 assist, il 39% da tre, 17/21 dalla linea. In fondo, la loro storia è simile: sia Rodriguez che Shved hanno giocato nella NBA, in più squadre, salvo poi tornare in Europa ancora nel pieno delle rispettive carriere. Per Rodriguez e Shelvin Mack è la prima di tre battaglie contro alcuni tra i migliori back-court di EuroLeague: dopo Shved e Stefan Jovic, martedì prossimo, con il Maccabi, arriverà Scottie Wilbekin, poi giovedì con l’Efes saranno al Mediolanum Forum anche Shane Larkin e Vasilije Micic.

L’Olimpia si è allenata per circa un’ora a Mosca ad un orario insolito, quello delle 13.15. Poi in cinque minuti è arrivata in hotel e ha pranzato alle 14.30, locali ovviamente. Curiosamente, nello stesso hotel era presente il Khimki, che lo usa come appoggio nei giorni delle partite per evitare il traffico e assicurarsi che nessuno rimanga intrappolato.

 

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