E’ raro che l’ultimo allenamento “vero”, cioè quello del giorno precedente la partita, si svolga in trasferta. Alcune squadre programmano perché sia così ma obbliga molto spesso ad allenarsi a tarda ora dopo un viaggio lungo. L’Olimpia di norma svolge a Milano l’allenamento della vigilia poi parte e “assaggia” il campo la mattina. A Kaunas non è stato possibile ma l’arrivo anticipato ha permesso si allenarsi comunque nel cuore della giornata. Due ore di lavoro dentro la Zalgirio Arena, colore tendente al nero, spaziosa, bella, grande, una vera arena NBA solo leggermente più piccola rispetto agli standard americani. Alla fine Eurosport si presenta per intervistare CJ Wallace e Alessandro Gentile. Gli inviati dall’Estonia, in mancanza di Kristjan Kangur, si dedicano al coach Luca Banchi.

Giovedì era il Giorno del Ringraziamento. L’America si ferma, tutti stanno a casa, mangiano quantità incredibili di cibo e il piatto tradizionale ovviamente è il tacchino con ripieno di castagne. Nessuno degli americani dell’Olimpia ha potuto festeggiare in modo tradizionale. Al massimo qualche tweet. Gli americani sono tanti: Jerrells, Haynes, Moss, Langford, Wallace, Chiotti e Lawal nonostante le origini nigeriane. Più Nicolò Melli, mezzo italiano e mezzo americano di sangue.

All’allenamento di giovedì siparietto tra il preparatore atletico Danesi e Ksistof Lavrinovic. L’Olimpia stava abbandonando l’impianto, lo Zalgiris stava per arrivare. Lavrinovic è stato a Siena con Danesi e Banchi a parte David Moss. Abbracci rituali. Grandi sorrisi. Da due anni Ksistof Lavrinovic è tornato a casa dopo il ciclo senese e allo Zalgiris prosegue una carriera di alto livello, a 34 anni di età, godendosi la famiglia, moglie e tre figli.

Tra cena e dopo cena c’è tempo per vedere in tv il Lokomotiv Kuban travolgere il Lietuvos Rytas Vilnius. In campo ci sono due vecchie conoscenze dell’Olimpia, Omar Cook e Richard Hendrix. E’ corretto dire che Hendrix se la sia cavata meglio dell’ex capitano. Kuban è una forza emergente e vince di 31 in trasferta mentre Vilnius vive una serata da incubo. A ruota sugli schermi appaiono le prossime due avversarie dell’EA7, Bamberg e Real Madrid. Ne viene fuori una partita molto più equilibrata di quanto ci si aspettasse. Il Bamberg, avanti per gran parte del primo quarto, va sotto ma rientra e si porta a meno tre con l’inerzia della gara a favore e circa tre mintui da giocare. Momenti di apprensione perché per il gioco della classifica avulsa eccetera ovviamente all’Olimpia serve molto di più la vittoria del Real piuttosto che due punti inattesi per il Bamberg. Sergio Rodriguez guida la fuga, il 17-0 che chiude la partita e la riduce ad un +20 onestamente fasullo. Pericolo scampato. Può tirare un sospiro di sollievo anche il Coach: “Quando Rodriguez, che stava segnando tutto, ha sbagliato dall’angolo il primo tiro ho pensato che potessero perdere. Ma solo per un attimo”.

David Moss riceve via twitter la copertina di SportWeek, il magazine della Gazzetta dello Sport. Lo ritrae in prima pagina. Il servizio realizzato un paio di settimane fa era stato rinviato rispetto alla data di uscita prevista perché potesse essere collocato come “cover story”. Moss appare perfettamente a proprio agio, come si era già visto altre volte quest’anno. Non importa quanto hai vinto in carriera, la copertina di un giornale di grande tirature ha sempre il suo fascino. Moss, che in campo sprigiona energia e aggressività, in realtà è una persona estroversa, con grande facilità di comunicazione e una certa dose di sensibilità. La copertina l’ha reso felice. “Awesome”, ammette.

Il giorno della gara comincia con un argomento che tiene banco su tutto: la rissa in Eurolega tra Pops Mensah-Bonsu e Mirza Begic. Pops è stato a Milano. La sua forza fisica è leggendaria. “Spaventa tutti”, dice Mario Fioretti. “Fare a pugni con Pops: non proprio una grande idea”, commenta il Capitano Gentile. Si discute sulle responsabilità, su quanti rischiano la squalifica, per quanto tempo e sull’apparente “fuga” degli arbitri. In realtà si sono all0ontanati per vedere meglio quanto stava succedendo lasciando ai giocatori in campo l’arduo compito di risolvere la rissa. Con qualche fatica ovviamente.

Intanto il general manager Flavio Portaluppi resta incollato con l’orecchio al telefono e la mano al tablet che produce e-mail a getto continuo. L’Olimpia Day di giovedì prossimo ha rapito le attenzioni di tutto lo staff. La corsa ai 10.000 spettatori prosegue. Nella serata di giovedì, Portaluppi ufficializza l’abbattimento di quota 7000. L’ottimismo comincia a farsi largo.

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