Comincia ufficialmente la settimana “On The Road” dell’Olimpia, cinque gare in 11 giorni, ritmo NBA di cui tre in EuroLeague, tre trasferte consecutive, la prima a Istanbul poi Brescia domenica mattina e infine il volo verso Atene per giocare martedì prossimo al “Peace and Friendship” del Pireo contro l’Olympiacos. Meglio andare per ordine e pensare solo alla prossima partita contro una delle formazioni emergenti di Turchia, il Dogus Darussafaka che per onorare al meglio la “wild card” di EuroLeague ha confezionato un mercato con pochi precedenti operando su tutti i fronti: allenatore (David Blatt dalla NBA), giocatori NBA (James Anderson), stelle delle leghe europee esperte di EuroLeague (Brad Wanamaker e ancora di più Marcus Slaughter), non esperte (Will Clyburn), giocatori europei (Dairis Bertans), turchi (Birkan Batuk). E sono solo esempi.
Il Darussafaka è un club antico ma con tradizioni cestistiche modeste e ambizioni molto recenti, da quando è entrato nel Dogus Group, una delle più grandi holding turche. Il general manager è Ibrhim Kutluay, una delle grandi star del basket locale (ha giocato anche al Panathinaikos). Lo scorso anno debuttò in EuroLeague con Oktay Mahmouti in panchina. Ma quest’anno ha messo a segno il colpo più rumoroso riportando in Europa, l’americano di Boston, David Blatt dopo un anno e mezzo a Cleveland, una Finale NBA persa ma giocata con tanti infortunati e un esonero del quale si discute ancora oggi. Blatt è un prodotto dell’università di Princeton che nel 1981 venne reclutato per giocare in Israele dove imparò a parlare ebraico, conobbe la moglie, costruì una famiglia numerosa ed ebbe modo di svolgere il servizio militare come tutti. Fece 12 stagioni da giocatore e quando lasciò il campo diventò allenatore. Deve molto al pittoresco Pini Gershon del quale fu assistente prima all’Hapoel Galil Elion e poi al Maccabi vincendo due volte il titolo europeo, nel 2001 a Parigi e nel 2004 in casa battendo in finale la Fortitudo di Jasmin Repesa. Dopo quel trionfo, per la seconda volta, Blatt provò a camminare allo scoperto transitando per San Pietroburgo, Mosca (Dynamo), Treviso, Istanbul (Efes), Salonicco (Aris) oltre a guidare la Nazionale russa ad un oro europeo e alle Olimpiadi di Londra. A Treviso vinse uno scudetto e una Coppa dei Campioni, lanciò Andrea Bargnani nella NBA, e vinse una Coppa Italia. Ma è a Tel Aviv nel suo paese di adozione che ha ottenuto i risultati più clamorosi inclusa l’EuroLeague del 2014 a Milano. Dopo quel trionfo storico, decise di tornare in America per allenare nella NBA. Stava per diventare l’assistente di Steve Kerr a Golden State quando lo chiamarono a Cleveland per fare il capo. Poco dopo, LeBron James firmò per i Cavaliers e le prospettive cambiarono del tutto. Adesso ha 57 anni e punta a fare grande il Drussafaka che ha debuttato in EuroLeague vincendo a Belgrado.
L’Olimpia si è allenata in mattinata nella propria palestra del Mediolanum Forum. Un’ora e mezzo intensa, poi il gruppo è salito sul pullman (sorpresona, il ritorno dalla pensione dell’autista storico Domenico, abbracciato calorosamente da Andrea Cinciarini) diretto alla Malpensa dove ha pranzato prima di imbarcarsi sul volo delle 14.45 per Istanbul. Tutti presenti: sono rimasti a casa ad allenarsi Bruno Cerella e Simone Fontecchio che si riuniranno al gruppo venerdì al rientro a Milano. Recuperato, anche se reduce da un periodo difficile a causa di una brutta influenza che l’ha fermato per cinque giorni interi, Rakim Sanders. Sul volo, il solito lavoro al video degli assistenti. In parte lavorano già tre partite avanti: preparata Brescia, siamo al 70% del lavoro svolto per preparare la gara con l’Olympiacos e al 40% per quella con il Real Madrid che richiederà un lavoro compresso visto il poco tempo a disposizione dopo la partita del Pireo e il viaggio in mezzo. Vita da assistenti.
Il volo dura circa due ore e mezza, atterraggio tutt’altro che morbido in una Istanbul nuvolosa. La procedura del controllo passporti fortunatamente è rapida. La scorta permette di aggirare in qualche modo una parte di traffico per arrivare in hotel in meno di un’ora che per questa metropoli non è poco. Lungo il tragitto si costeggia la Turk Telekom Arena, lo stadio dove gioca da quasi dieci anni la squadra di calcio del Galtasaray. Si erge sopra la superstrada con i suoi 52.000 posti di capienza. La cena è prevista per le 20.30 ora locale, le 19.30 in Italia. L’allenamento nel giorno della gara, alla Volkswagen Arena, comincerà alle 11.00.