Davide Pascolo è l’uomo del giorno. Dopo essersi concesso a La Stampa oggi tocca alla Gazzetta dello Sport alla vigilia della quarta trasferta stagionale a Istanbul. Il ciclo delle squadre di Istanbul si era aperto con il Darussafaka e si chiude con l’Efes. Quattro trasferte, tre arene e quattro hotel differenti. Il Darussafaka gioca alla Volkswagen Arena che è nuova, elegante e scusa. Il Fenerbache alla Ulker Arena che è la versione turca dello Staples Center di Los Angeles: bella, grande, con skybox a mezza altezza. Il Galatasaray gioca all’Abdi Ipekci, la casa dell’Efes contro cui si completa il Turkish Tour 2016/17. È la casa dei fantasmi.
Dada Pascolo brucia 30 minuti prima dell’allenamento per parlare con Andrea Tosi: le origini di giocatore che ha cominciato a 5 anni, che combatteva uno contro uno con il fratello Marco (oggi in America nel South Dakota studia e gioca al college), che ha copiato dal padre l’uso dei calzettoni lunghi fino alle ginocchia, che ha capito a Udine di poter essere un giocatore, che debuttò in prima squadra allenato da Meo Sacchetti e poi è esploso a Trento sotto Coach Maurizio Buacaglia e poi altre curiosità e aneddoti. Non c’è tempo per parlare anche dell’Udinese calcio, la sua squadra, o dell’ultimo film che ha visto e che l’ha entusiasmato: LaLa Land con Emma Stone e Ryan Gosling. Quest’ultimo per la verità è stato il consiglio rivolto a chiunque lo ascoltasse dall’esperto ufficiale della squadra che è Giustino Danesi. “Il regista ha 31 anni, mi ha esaltato da appassionato la scena musicale iniziale tutta in piano sequenza. Il clima  che si respira per tutto il film è magnifico”, spiega.
Sì, l’Abdi Ipekci è la casa dei fantasmi in cui attendiamo ancora la prima vittoria dell’Olimpia. Nel 1992 qui si consumarono nella semifinale delle Final Four diversi destini. Ovvero la fine del rapporto con Darryl Dawkins nonostante una prova di grandi numeri nella semifinale con il Partizan che diventò anche una bocciatura per l’assetto con playmaker italiano ovvero Piero Montecchi. A fine anno fu sostituito con l’avversario di quella sera. Aleksandar Djordjevic.
Ma i fantasmi sono rimasti. Nel 2014 lo ricordiamo tutti cosa successe. Una battaglia, una vittoria meritata sancita dal tiro libero di Keith Langford. Poi la palla raccolta da Zoran Planinic e lanciata alla cieca da 25 metri. Il canestro di tabella più incredibile e fortunato della storia. “È un tiro che alleno”, ebbe il coraggio di dire alla fine. La sconfitta risultò inutile all’Efes e ininfluente per l’Olimpia che chiuse il girone al secondo posto. Ma la notte successiva fu durissima da accettare.
L’Olimpia si è allenata al Forum. Presente anche Bruno Cerella, recuperato dall’operazione alla mano destra. Domenica contro Brescia farà le prove generali in vista delle Final Eight. Per il momento è rimasto a casa ad allenarsi risparmiandosi il viaggio a Istanbul. Presenti tutti gli altri, incluso l’ex influenzato Cinciarini, incluso Kruno Simon che aveva avuto problemi di schiena dopo la rimonta-record contro il Darussafaka.
Arrivo a Istanbul alle 19.30 locali, poi il breve tragitto per l’hotel sulla costa e infine alle 21.30 la cena. Il programma di giovedì prevede il walk-through per le 12.30, pranzo alle 14 e palla a due alle 20.30 ma saranno solo le 18.30 in Italia.

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