Sono circa le 22.30 ora di Istanbul quando l’Olimpia ha scoperto di essere ufficialmente nei playoff di Eurolega a 17 anni di distanza dall’ultima volta. Era il 1997, le Final Four anche allora erano in programma in Italia, a Roma. Vinse l’Olympiacos con Dusan Ivkovic in panchina. L’Olimpia non vi arrivò perché perse a sorpresa in casa gara 3 dei quarti contro l’Olimpia Lubiana. Resta da decidere la posizione di classifica. Gara 1 si giocherà il 15 o 16 aprile. Due giorni dopo la seconda partita. Domenica 20 o lunedì 21 si gioca a campi inveriti gara 3 e dopo 48 ore c’è gara 4. L’eventuale gara 5 sarà giocata il 25 aprile. Ci sarà modo di riparlarne. Il calendario del campionato di Serie A subirà qualche modifica inevitabile. Sono ancora possibili tutte le posizioni tra la seconda e la quarta.
L’Olimpia è arrivata ieri a Istanbul per la terza volta quest’anno. I due precedenti non sono favorevoli. Brutta sconfitta con l’Efes la prima volta. Dolorosissima sconfitta con l’Efes la seconda volta. Se non altro adesso sappiamo che il beffardo canestro di Zoran Planinic non ha precluso la qualificazione. La squadra si è allenata al Lido prima di partire per Istanbul. Viaggio facile perché senza scali ma lungo, con l’aggravante di un’ora di fuso orario persa nel trasferimento, le code interminabili al controllo passaporti dell’aeroporto, il viaggio di quasi 40 minuti per raggiungere l’hotel. Istanbul d’altronde è città enorme e abitata da circa 13 milioni di persone.
Non c’è Keith Langford con la squadra: il capocannoniere di Eurolega è rimasto a Milano a curarsi, a cercare di accelerare i tempi per il recupero. E’ rimasto a Milano anche Ioannis Athanaiou, il neoarrivato, pronto per debuttare contro Pesaro, inutilizzabile in Eurolega. Con la squadra c’è Carlo Fumagalli, baby campione d’Italia Under 17. Funge da undicesimo uomo.
Il Fenerbahce è avversario terribile, non foss’altro per la presenza di personaggi che hanno fatto la storia del basket europeo. Coach Zeljko Obradovic, che vinse la sua prima Eurolega proprio qui a Istanbul nel 1992 quando c’era anche l’Olimpia e proprio lui la sconfisse in semifinale vanificando con la sua coppia di giovani leoni, Sasha Djordjevic più Predrag Danilovic, la grande perfomance dentro l’area di Darryl Dawkins. C’è Bo McCalebb, grande amico di David Moss, playmaker della Siena pluriscudettata. C’è Linas Kleiza, lituano che ha giocato nella NBA, che ha fatto il college a Missouri, che sa fare male con il suo gioco dentro-fuori. Il Fenerbahce nelle Top 16 ha giocato in casa molto meglio che fuori. E’ stato penalizzato dal calendario, che ora lo favorisce. All’Ulker Arena ha perso solo con il Barcellona. Le due ultime gare contro squadre già eliminate si pensa lo rilanceranno in classifica. La partita contro l’Olimpia per loro è la più importante della stagione.
Per l’EA7 sarà un’altra battaglia in un calendario fittissimo di impegni. Si gioca venerdì a Istanbul ma già lunedì contro Pesaro e dopo altre 48 ore tocca al Barcellona, al Mediolanum Forum, e quindi il derby con Cantù e una rumba infernale che ci accompagnerà a questo punto fino al termine della stagione. Basti pensare che dopo la gara con Pesaro, a Milano ci saranno Barcellona, Cantù, i playoff di Eurolega, Sassari, i playoff del campionato italiano. Solo match di cartello. La gara con il Barcellona di mercoledì si muove agilmente verso un potenziale tutto esaurito.
La cena è stata consumata dalle 21.20 locali, l’allenamento di tiro è previsto per le 11 di venerdì mattina, poi comincerà la lunga attesa della grande sfida al Fenerbahce. Difficile, proibitiva, affascinante. Come tutta questa stagione di Eurolega.