La trasferta di Capo d’Orlando è una delle più lunghe della stagione anche includendo quelle di Coppa. Il volo Alitalia abbandona Linate alle 16 in punto e atterra puntuale alle 17.45 ma le procedure di ritiro dei bagagli sono un tantino lente e l’aeroporto di Catania viene lasciato alle spalle solo alle 18.20. All’arrivo a Capo d’Orlando, l’effettiva durata del viaggio è di circa quattro ore e mezzo senza contare il trasferimento da Piazzale Lotto a Linate.

La giornata in realtà era cominciata dentro la Secondaria al Lido per l’ultimo allenamento preparatorio. L’Olimpia ha svolto in tutto otto sedute dopo la vittoria su Reggio Emilia con forte attenzione all’aspetto atletico com’è giusto che sia in questo periodo che precede la rumba dei playoffs con i suoi ritmi forsennati. Sono rimasti a casa per allenarsi Stanko Barac e Oliver Lafayette. Il playmaker aveva saltato diversi allenamenti a causa dell’influenza e – pur recuperato – è stato esentato dal viaggio. Assente anche Andrea Cinciarini, rimasto a lavorare a Milano con il fisioterapista Claudio Lomma.

Aggregati alla squadra anche due giovanissimi, Simone Vecerina, che ha già esordito in prima squadra e da qualche tempo è presenza quasi fissa nell’orbita del team, e Miguel Charles Pena, ragazzo della Under 20, arrivato all’Olimpia la scorsa estate proveniente dalla Canottieri Milano dove aveva giocato per tre anni. Per lui è un esordio assoluto.

L’unico ex di Capo d’Orlando è Gianluca Basile, giocatore molto caro a Jasmin Repesa con il quale portò la Fortitudo Bologna alla finale di Eurolega del 2004 e lo scudetto del 2005. Repesa ha anche allenato il vecchio drago croato Sandro Nicevic e il playmaker sloveno Vlado Ilievski. Il coach Gennaro Di Carlo è casertano, amico della famiglia Gentile ed ex assistente di Nando Gentile a Roma. Storie incrociate. Nicevic a Treviso ebbe tra i suoi compagni di squadra anche il giovanissimo Alessandro Gentile.

Capo d’Orlando è un mix tra vecchie glorie ancora competitive e giovani emergenti provenienti da tutta Europa, Italia (Tommaso Laquintana), Ungheria (Zoltan Perl), Slovacchia (Mario Ihring), Serbia (Vojislav Stojanovic) e Croazia (Mladen Vujicevic). Ma la stella è Ryan Boatright, che ha vinto un titolo NCAA a UConn, nel 2014. Boatright è arrivato otto partite fa e viaggia a 20.3 di media. Solo Austin Daye ha una media punti più elevata. Capo d’Orlando aveva numeri difensivi interessanti anche prima, ma il suo innesto ha cambiato l’attacco e la Betaland in casa con lui ha sempre vinto. Alex Oriakhi, americano di origini nigeriane, ha vinto anche lui il titolo NCAA a UConn ma nel 2011.

L’hotel Mulino è collocato sul lungomare di Capo d’Orlando. Penne al pesto siciliano e pesce sono il cuore del menu proposto per la serata. Non manca la cassata siciliana, strettamente proibita ai giocatori, ma molto popolare tra i membri dello staff con Giustino Danesi che si ferma a quota due porzioni “ma avrei facilmente potuto toccare le cinque”. Come peraltro Mario Fioretti e Flavio Portaluppi.

Essendo il sabato della Final Four NCAA giusto chiudere con una profezia, quella di Jamel McLean che ebbe discreto successo a Xavier: “Vincerà Villanova anche se sulla carta la migliore è North Carolina”. Prevede un successo di Syracuse sui Tar Heels e non crede nella chance di Oklahoma. Ma in poche ore si vedrà se la previsione è stata corretta.

 

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