Bamberg è una cittadina di 70.000 abitanti nell’Alta Baviera. La squadra di basket è vanto e orgoglio di una città che come spesso succede in Germania chiude le sue vetrine molto presto. Il centro è piccolo, ma caratteristico, spicca una cattedrale alta quasi cento metri, patrimonio dell’Unesco. L’Olimpia è arrivata qui dopo un viaggio che da Milano ha portato la squadra a Monaco, poi Norimberga e dopo un’ultima ora di pullman a Bamberg. Tempo brutto, pioggia, nuvole, fortunatamente non tanto freddo. E’ la prima partita di sempre tra queste due squadre. Il Bamberg ha tradizione negativa contro le squadre italiane (1-7) ma fa parte dell’elite europea da poco tempo, ha vinto gli ultimi quattro titoli tedeschi, si sta ritagliando spazio in Europa con giocatori americani competitivi come Casey Jacobsen e Sharrod Ford che qui hanno trovato la loro dimensione. Jacobsen, che una settimana fa ha segnato il canestro della vittoria contro l’Efes, è un bianco duro, grande cecchino, californiano allenato dal padre da bambino prima di andare a Stanford ed essere scelto al primo giro dei draft NBA. Stava emergendo a Phoenix sotto coach Mike D’Antoni nella famosa squadra dei “7 secondi o meno per andare al tiro”. Ma a metà stagione venne ceduto e la sua carriera NBA in pratica è finita allora. Ford viene da Washington, ha giocato a Clemson nel South Carolina e poi è stato quasi sempre tra la Germania e l’Italia. Quand’era a Montegranato il suo preparatore atletico era Giustino Danesi che ne conserva un bel ricordo anche se ha sempre sofferto a combinare il suo gioco da centro con un fisico molto leggero, dinamico, bello ma non abbastanza potente. Ha giocato a Bologna con Keith Langford e insieme vinsero l’Eurochallenge nelle Final Four di Bologna. Keith fu nominato Mvp della competizione. Ford ebbe un anno altalenante, fu preso per giocare centro, spostato in ala grande dopo il cambio dell’allenatore, da Matteo Boniciolli. Ma Bamberg ha altri giocatori interessanti, come Jamar Smith che sta tirando benissimo o il ceko Anton Gavel che nella Bundesliga spesso è il leader statistico della squadra.
Gani Lawal dovrebbe arrivare a Milano nella prima mattinata di venerdì. Poi si cercherà di fare in modo che sia disponibile già a Bologna, lottando contro il tempo. Oggi intanto compie 25 anni. Dovrebbe festeggiarli nel volo da Miami a Milano. Vive ad Atlanta, ma per ritirare il visto è dovuto andare in Florida al consolato italiano. In Eurolega giocherà venerdì prossimo contro Strasburgo e sarà anche la sua prima partita davanti al pubblico di Milano. In Eurolega per lui sarà una prima volta assoluta.
La partita si giocherà ad un orario inusuale, le 19.15, per cui tutto il “game day” segue un percorso anticipato rispetto al solito. La sveglia suona alle 8 in punto, poi colazione e la partenza per l’arena avviene alle 9.30 e l’allenamento del mattino dentro la Stelchert Arena comincia puntualissimo alle 10. L’impianto è piccolo ma raccolto, tribune alte lungo le linee laterali, un’altra tribuna alta è dietro un canestro, mentre dietro l’altro c’è solo qualche fila di parterre. Attaccati al soffito i “banners” che ricordano le recenti ma numerose vittorie del Brose che dà il nome anche all’arena. Con la quale l’unico ad avere un minimo di familiarità è MarQuez Haynes che giocava ad Artland l’anno passato. In Germania è stato anche CJ Wallace ma ad inizio carriera, quindi sono passati molti anni.