Il nome era Giorgios Kalafatis. Nel 1908 il club sportivo di riferimento ad Atene era il Panellinios Gymnastikos ma decise di chiudere la sezione calcio. Così Kalafatis con altri calciatori fondò un nuovo club di cui il fratello, Alexandros, fu il primo presidente. La storia del Panathinaikos è lunga, gloriosa e all’inizio anche complicata: nel 1910 i colori diventarono il bianco e il verde attuali e nel 1918 il trifoglio diventò ufficialmente il simbolo del club. In quel periodo la squadra di calcio giocò numerose partite nei campionati inter-alleati e fu in quelle mini Olimpiadi che Kalafatis scoprì la pallacanestro, uno sport che in Grecia fino al 1919 era praticamente inesistente. La prima partita pare si sia disputata al Panathenaic, lo stadio delle prime Olimpiadi dell’era moderna (1896), un ovale di circa 200 metri di cenere ora meta turistica. Nel 1922 fu lui a fondare la nuova sezione basket del club ma perché il club diventasse una cosa seria si dovette aspettare il secondo dopo guerra quando alla ripresa dell’attività vinse subito due titoli consecutivi con un gruppo di giocatori che nel 1949 avrebbero dato alla Grecia il bronzo europeo. Queste sono le origini della squadra che l’Olimpia si appresta ad affrontare.

Si gioca nel mastodontico OAKA, impianto costruito nel 1995 ma poi rimesso a nuovo per le Olimpiadi del 2004. Può ospitare oltre 19.000 spettatori. C’è una rete sottilissima verde che protegge il parquet dal lancio di oggetti, ma per le gare di EuroLeague è sostanzialmente superflua. L’Olimpia arriva a OAKA in un momento che è complesso per entrambe le squadre. Il Panathinaikos ha perso a Madrid, attende l’arrivo del CSKA Mosca e intanto cercherà di correggere la classifica contro l’OIimpia. E’ ovviamente una partita sentitissima, basta leggere i report provenienti da Atene dove l’Olimpia è atterrata – scortata dai suoi sponsor più appassionati nel viaggio – alle 20 locali. 13 giocatori presenti, tutti. Ma non per tutti è la stessa partita. Non può esserlo per Mike James, due anni e due titoli ellenici al Panathinaikos. Giocherà contro tanti amici, James Gist, Nick Calathes, Nikos Pappas, Matt Lojeski, Thanasis Antetokounmpo ovvero il fratello (maggiore) del Giannis che sta correndo per il trofeo di MVP della stagione NBA. Thanassis ha la stessa caratteristiche morfologiche, è solo una decina di centimetri più basso e quindi non ha le stesse braccia e le stesse gambe. La storia dei fratelli Antetokounmpo è nota: arrivarono ad Atene con la famiglia da clandestini, vendendo prodotti per strada come unico mezzo di sostentamento. Il basket è stato il loro strumento per sfuggire alla strada e alla povertà. Giannis è stato il primo a ottenere i documenti per poter giocare in Nazionale e poi volare regolarmente in America dove è diventato una star. Thanassis è stato anche lui nella NBA, a New York, ma per breve tempo. Al Panathinaikos ha trovato la sua dimensione. Esiste anche un terzo fratello: si chiama Kostas, ha 21 anni, ha fatto il college in America a Dayton e ora gioca nella G-League, nei Texas Legends.

Sul piano strettamente tecnico gli occhi di tutta Europa saranno puntati sul duello tra amici e playmaker ovvero Nick Calathes e Mike James. Interpretano il ruolo e il gioco in modo diverso: Calathes è 1.96 e ha grande forza fisica, sa giocare spalle a canestro ed è il genio dell’assist; James è 1.83 ed è esplosivo, atletico e ha punti nelle mani. Calathes è primo nella classifica degli assist, James è terzo ma Mike segna il doppio dei punti di Calathes. Tutti e due stanno faticando nel tiro da tre, ma James ha il 31%, Calathes è sotto il 20%. Ecco un rapido colpo d’occhio alle cifre.

Giocatore P.ti Rimb. Ass Rec
Nick Calathes 9.8 3.5 7.8 1.6
Mike James 20.2 3.3 7.3 1.2

 

Anche se è un membro della Nazionale greca e una bandiera del Panathinaikos, Calathes – che ha giocato due stagioni a Memphis e anche in Russia, a Kuban, per rientrare al Panathinaikos nel 2015 – è un prodotto totalmente americano. E’ nato e cresciuto in Florida, ha giocato all’università della Florida dove ha militato due anni battendo un record dietro l’altro di assist e palle rubate. Nel 2009 si è dichiarato per i draft NBA ma aveva già in mano un biennale con il Panathinaikos con il quale nel 2011, giovanissimo, ha vinto l’EuroLeague. Lo scorso anno ha devastato tutti i record di assist in una stagione. Quest’anno comanda la graduatoria davanti ad Alexey Shved e Mike James. Ma sta combattendo anche per vincere la classifica delle palle recuperate.

Per Mike si tratta della quarta partita contro una sua ex squadra. Da ex ha giocato due volte con il Panathinaikos contro Vitoria nella stagione 2016/17 mentre l’anno passato – in parte trascorso a Phoenix nella NBA – non ha mai incontrato la squadra basca. In questa stagione ha giocato contro Vitoria vincendo. In tutto fanno tre gare da ex e tutte vinte. Forse è più corretto dire che ha sempre battuto Vitoria dopo averla lasciata. Ecco comunque le sue tre partite da ex in EuroLeague.

Partita P.ti T2p T3p Tl Ass Ris.
Panathinaikos-Vitoria 16 4/8 2/4 2/2 69-68
Vitoria-Panathinaikos 11 3/6 1 /4 2/2 3 63-72
Milano-Vitoria 20 4/8 3/6 3/ 4 8 93-90
Medie 15.7 50.0% 42.8% 87.5% 3.7 3-0

 

L’Olimpia è arrivata ad Atene alle 20 locali. Ha cenato alle 21 in punto. Si allenerà alle 12.30 locali di venerdì mattina nell’immensa OAKA dove troneggiano le immagini delle sei vittorie del club in EuroLeague. L’Olimpia ha vinto in questo impianto solo una volta nella stagione 2011/12, gironcino a quattro delle Top 16. Fu una vittoria inutile ma di prestigio. Da allora ha vinto due volte nella capitale greca ma sempre contro l’Olympiacos, l’ultima volta a inizio ottobre.

 

 

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