Mancano 70 giorni al “Celebration Day” del 6 marzo.

Cesare Rubini lo chiamavano Rino, gli amici, ma per il resto del mondo era il padrino. Aveva la lacrima facile e il carisma debordante. Era un duro ma con un cuore. Aveva più talento come giocatore di pallanuoto (un oro e un bronzo olimpici) ma preferiva la pallacanestro. Nel 1948 dovette scegliere per quale nazionale giocare le Olimpiadi del 1948 a Londra e scelse il Settebello e la piscina perché sapeva che sotto canestro sarebbe stata missione impossibile. Ebbe ragione. Ma la sua storia professionale è legata soprattutto alla storia dell’Olimpia. Fu il primo uomo scelto da Adolfo Bogoncelli per farne uno squadrone temuto ovunque ma con una base di triestinità. Trieste era una delle capitali del basket del dopoguerra. Rubini non era il giocatore più bravo ma era un leader. Inizialmente giocava e allenava, poi cominciò ad allenare e basta. Si schermiva dicendo che in realtà gestiva. Con il tempo Sandro Gamba diventò il suo braccio tattico, l’istruttore. E l’Olimpia continuò a vincere, si rinnovava e vinceva. Vinceva con gli italiani, finiva un ciclo e ne apriva un altro, sceglieva bene gli stranieri. Rubini sapeva parlare al cuore e alla testa dei giocatori e anche degli avversari. O eri con Rubini o eri contro. Il capolavoro lo fece nel 1966: avevano appena riaperto le frontiere e con Bill Bradley portò il Simmenthal alla Coppa dei Campioni. L’avrebbe forse vinta anche un anno dopo senza Bradley ma con Steve Chubin e Red Robbins se la finale non si fosse svolta in trasferta a Madrid. Poi ricostruì l’Olimpia attorno ad un’altra generazione di campioni e al grande rosso Arthur Kenney. Quella squadra vinse in Italia e vinse la Coppa delle Coppe due volte. Quando se ne andò fece grande la Nazionale ma sempre assieme a Sandro Gamba. Dan Peterson disse: “Il mio primo anno a Milano non mi sono mai seduto in panchina, perché non mi ritenevo degno di occupare il posto di Rubini”.

HISTORY LESSON di COACH DAN PETERSON

Nel 1940-41, il Borletti Milano con Giannino Valli come allenatore chiuse la stagione 14-4, per il 2° posto, dietro l Ginnastica Triestina (15-3).   Quindi, fu un buon ritorno ad alto livello dopo un anno inferiore. Il Capitano era Sergio Paganella, la stella della squadra, ex-Azzurro.  La chiave:   le due partite contro la Ginnastica Triestina, entrambe perse:   25-20 a Trieste;   26-21 a Milano.

 

Nella foto in alto Cesare Rubini in prima linea con Sandro Gamba alle sue spalle.

Condividi l’articolo con i tuoi amici e supporta la squadra

Condividi l’articolo con i tuoi amici e supporta la squadra

URL Copied to clipboard! Copia link