L’avversaria dell’Olimpia in semifinale è una delle squadre più ricche di storia e tradizione del basket italiano. La Reyer è stata una potenza assoluta nel dopoguerra e poi ha mantenuto un livello di competitività ad alto livello a fasi alterne. I momenti migliori, nell’era moderna, sono coincisi tra la metà degli anni ’60 e la metà degli anni ’70 quando per 10 anni filati non scese mai sotto l’ottavo posto, con quattro quarti posti (il più grande americano fu Spencer Hawes che poi ebbe una lunga carriera NBA), poi con la prima metà degli anni ’80 quando la Reyer aveva Drazen Dalipagic, per un anno e cinque partite il grande Spencer Haywood (oro olimpico nel 1968 e poi star NBA) e giocatori italiani di altissimo livello, primo tra tutti Lorenzo Carraro, uno degli argenti olimpici di Mosca 1980. Quella Reyer vinse il campionato di A2, giocò una finale di Coppa Korac nel 1981, persa in modo rocambolesco contro la Joventut Badalona, ed ebbe per anni un ruolo importante nel basket italiano. In moltissime di queste stagioni, la squadra fu allenata da Tonino Zorzi, grande personaggio del basket lagunare ed erede di Giulio Geroli. Dopo un periodo buio, è risorta sotto la gestione del proprietario attuale, Luigi Brugnaro: prima l’ha riportata in Serie A, poi nelle coppe europee e ad un ruolo di “contender” nel campionato. Questa semifinale è la seconda consecutiva per la Reyer: lo scorso anno la perse in sette partite contro Reggio Emilia.

MESTRE CONNECTION – In realtà la Reyer attuale gioca sul campo del “vecchio nemico”. Negli anni ’70-’80, a Mestre inventarono su spinta del manager Pieraldo Celada una squadra che minacciò l’egemonia della Reyer sul territorio. La Reyer originariamente giocava alla Misericordia, una chiesa sconsacrata che sprigionava fascino da ogni angolo, poi si trasferì all’Arsenale sempre nel cuore di Venezia, raggiungibile con il traghetto, salvo nella sua ultima versione prendere possesso del Talierco, il palasport costruito a Mestre in seguito ai successi, appunto, della squadra di Mestre nella quale giocarono Chuck Jura, Harthorne Wingo, John Brown.

I GRANDI EX – I due più grandi giocatori nella storia del basket veneziano sono stati anche grandi interpreti di quella dell’Olimpia. Sergio Stefanini, ala-pivot moderna negli anni ’40, mezzosangue brasiliano che giocò anche nella Fluminense di Rio de Janeiro, è stato il miglior giocatore italiano dell’immediato dopoguerra. Quando lasciò la Reyer, scrisse la storia dell’Olimpia. Era un atleta strepitoso, che correva i 400 metri, per molti va considerato uno dei migliori italiani di sempre. A fine carriera ebbe un’offerta per fare lo straniero al Real Madrid ma aveva già delle attività imprenditoriali che non si conciliavano con il trasferimento in Spagna. Gabriele Vianello, detto Nane, è un veneziano che giocò anche alla Motomorini Bologna e all’Ignis Varese: puntò i piedi per andare da Varese a Milano. Era un’ala piccola alla Bodiroga, grandissimo con la palla in mano, tiratore e realizzatore. Fu uno dei grandi protagonisti del Simmenthal degli anni ’60 e in particolare della Coppa dei Campioni del 1966.

LA STORIA DEL CONFRONTO – Sono 78 i precedenti tra queste due squadre e l’Olimpia ha un vantaggio netto nei confronti diretti, 63-15. A Milano il parziale è 36-2 in favore dell’Olimpia: la Reyer vinse per l’ultima volta in trasferta nella stagione 2012/13, 105-100. In questa stagione il parziale è 4-0: l’Olimpia ha vinto in campo neutro a Torino la semifinale di Supercoppa, e a Milano il quarto di finale di Coppa Italia che va considerato in campo neutro, 2-0 per l’Olimpia anche le due sfide di campionato. Da quando Venezia è tornata in Serie A nel 2011, le due squadre si sono affrontate 15 volte, con 13 successi dell’Olimpia. Nel 2012, le due squadre si affrontarono nei quarti di finale dei playoffs: l’Olimpia vinse 3-0, battendo la Reyer in gara 3, a Treviso (campo di casa della Reyer in quella stagione) con un canestro risolutivo di Malik Hairston.

MILANO-VENEZIA CONNECTION – Jeff Viggiano è l’unico giocatore di Venezia che abbia vestito la maglia dell’Olimpia anche se è sempre successo per periodi brevi. Daniele Magro invece ha giocato nella Reyer per quattro stagioni in Serie A prima di lasciarla per trascorrere un anno a Pistoia e poi passare all’Olimpia. Non ci sono altri legami anche se Coach Jasmin Repesa ha allenato a Treviso l’ala croata Hrvoje Peric, tuttavia infortunato da mesi, mentre il tecnico della Reyer, Walter De Raffaele fu protagonista di una delle partite più famose della storia dell’Olimpia ovvero la finale scudetto del 1989 vinta a Livorno. De Raffaele era il playmaker di riserva dell’allora Enichem Livorno.

 

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