Giovedi 13 ottobre alle 20 al Mediolanum Forum comincia la nuova stagione di EuroLeague. Di scena a Milano una rivale storica, il Maccabi Tel Aviv. Cominciamo il percorso che ci porterà nell’immediata vigilia. Qui per acquistare i biglietti.
Ricky Hickman è il “colpevole”. Nel 2014 l’Olimpia destinata allo scudetto cavalcava entrando nei playoffs una striscia di otto vittorie interne consecutive in EuroLeague, tutte le partite delle Top 16 più l’ultima di regular season con il Bamberg. Il record dell’Olimpia al Forum in quella stagione europea era di 11-1. Solo il Real Madrid nella prima parte di stagione era stato capace di vincere a Milano. Dopo? All’Olympiacos vennero rifilati 30 punti di scarto. Vennero poi battute senza tanti complimenti Panathinaikos, Fenerbahce, Barcellona tra le altre. Uno spettacolo che proiettò l’Olimpia nei playoffs con il vantaggio del fattore campo. Avversario il Maccabi allenato da David Blatt. In campo Tyrese Rice, David Blu, Sofo Schortsianitis, Devin Smith. E Ricky Hickman.
L’Olimpia sapeva che imporsi a Tel Aviv sarebbe stato ai limiti dell’impossibile e per accedere alle Final Four – che oggettivamente avrebbe meritato e forse raggiunto se i playoffs si fossero giocato 15 giorni prima ovvero dopo il rientro di Keith Langford da un infortunio e prima che si fermasse Alessandro Gentile, assenza incredibilmente sottovalutata ai tempi come impatto – avrebbe dovuto proteggere il fattore campo. Giocò una gara 1 spettacolare comandandola per tutta la durata. Vantaggio massimo di 13 punti. Uno show. Quando David Moss dall’angolo completò un gioco da 4 punti per il più 12 la partita sembrava chiusa. Sembrava…
La somma di episodi che l’avrebbero rovinata è irreale. La storia parla di due di loro, l’antisportivo fischiato a Nicolò Melli sul +5 a 27 secondi dalla fine e l’1/2 di Langford alla fine dei tempi regolamentari. Sono solo in realtà la punta dell’iceberg.
Dunque sul più 10, Hickman (avrebbe segnato 21 punti) completa un gioco da tre punti e poi segna da tre per il meno 4 improvviso, parziale di 10-2 che è testimone della ribellione del Maccabi. Ma quello che accade dopo è paradossale, rocambolesco. Prima di tutto Curtis Jerrells, giocatore immune alla pressione, prende fallo ma fa 1/2. Avesse messo i due liberi l’Olimpia avrebbe avuto due possessi pieni di vantaggio con meno di 30 secondi da giocare. Dopo il libero, la scelta di Coach Luca Banchi è pressare la rimessa a sorpresa. L’Olimpia lo fa talmente bene che il Maccabi rischia l’infrazione di 5 secondi uscendone con un passaggio lungo che ingolosisce Melli. Il suo tentativo onesto di rubare palla e chiudere la partita si risolve in un contatto abnorme su Rice. L’antisportivo di fatto riapre la partita. Rice fa 2/2 e poi segna il meno uno. Il Maccabi pressa la rimessa con energia e commette fallo su Daniel Hackett prima che la palla torni in gioco. Si potrebbe discutere se si tratti di un fallo di gioco nel tentativo di anticipare o un fallo tattico che comporterebbe il tecnico. Viene sanzionato un fallo normale. Hackett fa 1/2. Rice scatenato segna da tre e sorpassa a 11 secondi dalla fine. Qui l’Olimpia si procura due liberi con Langford. Segna solo il primo. Supplementare. Ricapitolando: in meno di un minuto l’Olimpia ha lasciato sul campo tre tiri liberi con tre giocatori diversi. Sarebbe bastato uno di questi per cancellare l’ingenua involontarieta dell’antisportivo di Melli. Sarebbe bastato che fischiassero il tecnico sulla rimessa anticipata o che il Maccabi sbagliasse un possesso. Nulla.
Nell’overtime, il Maccabi aveva più energia. Jerrells da tre firmò l’ultimo vantaggio. Poi Hickman segnò sei punti di fila di cui 4 dalla lunetta. Il Maccabi vinse 101-99 una partita memorabile che fa male ancora adesso. L’Olimpia avrebbe vinto gara 2 riproducendo la stessa partita chiudendo meglio. Poi avrebbe combattuto anche a Tel Aviv ma finendo sconfitta. Il Maccabi di lì a poco a Milano avrebbe vinto il suo sesto titolo europeo.