Questa intervista è stata realizzata da euroleague.net dopo che Mike James è stato riconosciuto come miglior giocatore di EuroLeague per il mese di febbraio.
L’Olimpia Milano ha resistito agli infortuni e vinto le ultime cinque partite di EuroLeague, la striscia vincente più lunga del club dal 2014. Quattro di queste vittorie sono state collezionate nel mese febbraio e il playmaker Mike James è stato scelto come MVP della competizione. James ha segnato in media 18.8 punti con il 60% da due. Ha anche collezionato 3.8 rimbalzi, 4.5 assist e 6,3 falli subiti a partita. Il tutto sommato a una valutazione personale di 21.8 per partita, la più alta tra tutti i giocatori di EuroLeague nel corso del mese, in cui Milano si è catapultata dal nono posto al sesto. James ora ha una media di 20.0 punti, 6.8 assist e 1.4 rubate in 24 partite, e ringrazia i suoi compagni di squadra per aver creduto fino in fondo in lui. “Devo dare merito ai miei compagni di squadra, perché a volte le mie decisioni non sono le migliori, ma continuano ad avere fiducia in me”.
Mike, congratulazioni. Cosa significa questo premio?
“È la prima volta ed è bello averlo vinto, ma penso che dimostri solo che, come squadra, stiamo progredendo e stiamo andando avanti nel modo giusto. Penso che questa non sia la Milano degli anni passati e che si veda”.
A febbraio avete subito vinto a Gran Canaria, ma in quella gara avete anche perso Arturas Gudaitis. È stato difficile riorganizzarsi, superare il disagio e vincere la partita?
“Perdere Arturas è stato doloroso, è uno dei nostri migliori giocatori ed è stato uno dei nostri migliori giocatori per tutto l’anno. Quando succede qualcosa del genere è dura rispondere, ma abbiamo obiettivi più grandi quest’anno e quando è successo, è stato come se fosse suonato un campanello d’allarme. Stavamo giocando male e quando uno dei tuoi migliori giocatori si infortuna, gli altri devono elevare il loro gioco, penso sia successo questo”.
Avete affrontato il Darussafaka senza tre giocatori chiave: Nemanja Nedovic, Kaleb Tarczewski e Gudaitis. E’ stato difficile rimanere competitivi?
“Sì, penso sia stata particolarmente dura contro di loro perché hanno tanti elementi di stazza e non tutte le squadre di EuroLeague giocano con così tanti 5 e 4. Con Jeff [Brooks] costretto a giocare minuti da 5, è stato difficile, ma ci siamo adattati abbastanza bene. Da quando Kaleb [Tarczewski] è tornato, tutto è tornato ad essere più facile”.
Successivamente, avete battuto il Maccabi in una partita importante nella corsa ai playoff. Da giocatore, quanto ti piacciono queste partite cariche di pressione?
“Odio quando giochi contro l’ultima in classifica. Loro vogliono davvero batterti e devi farti forza per giocare con la stessa intensità. Preferisco giocare quando tutto è importante, ogni istante c’è in palio qualcosa. Queste sono le partite che mi piacciono, davvero eccitanti e divertenti. Quando sei piccolo, questi sono i momenti a cui pensi, queste sono le partite che vuoi giocare”.
Febbraio è finito con la vittoria di Khimki, in una partita che è finita con la grande tripla di Micov, uno stop difensivo, e i tuoi tiri liberi alla fine. Quanto è importante vivere queste esperienze?
“Ci fidiamo l’uno dell’altro, volevamo vincere e sapevamo cosa significava per noi quella partita. L’ultimo minuto ha detto cosa siamo diventati come insieme, perché Nedo [Nedovic] ha penetrato e scaricato e Vlado [Micov] ha messo il tiro più importante, ma devi fidarti dei tuoi compagni di squadra per essere in grado di fare tutto questo. E il possesso difensivo successivo ha dimostrato quanto ci si fidi dei compagni, perché abbiamo “cambiato” tipo sette volte e li abbiamo fermati. Siamo sempre più squadra”.
Questa è la tua quinta stagione di EuroLeague. Quanto ti senti a tuo agio in questo ruolo quale star della lega?
“Mi piace, mi piace questa competizione, penso sia una delle competizioni più competitive del mondo, se non di più. Nella stagione regolare, ogni partita conta e devi assicurarti di giocare duro ogni partita. Questo aggiunge un peso in più ad ogni partita, specialmente in questo periodo dell’anno, in cui perdere può costarti un posto nei playoff. E’ divertente”.
Interagisci spesso con tifosi e altri giocatori sui social media. Quanto è importante per te questa attività?
“Prima di diventare un professionista, pensavo da tifoso che sarebbe stato bello sentire cosa avevano da dire e sapere a cosa stavano pensando i miei idoli, ora cerco di essere il più attivo possibile e di rispondere alla maggior parte delle persone. Qualche volta può diventare complicato, duro, ma penso che in generale sia bello per i tifosi potermi parlare così cerco di farlo e di divertirmi”.
Guidi l’EuroLeague in punti, nella valutazione e sei secondo in assist dietro a Nick Calathes. Questa è la tua migliore stagione? Cosa ti ha permesso di giocare così bene?
“È la mia stagione migliore statisticamente. E’ decisivo che abbia più libertà rispetto agli anni passati. Ho giocato con Nick [Calathes], quindi al Panathinaikos ho dovuto condividere metà del carico con Nick, uno dei migliori playmaker in Europa. Quest’anno ho più libertà e sto giocando bene, ma è merito anche dei miei compagni di squadra, perché a volte le mie decisioni non sono le migliori, ma continuano a fidarsi”.
Hai giocato una Final Four con Baskonia nel 2016. Quell’esperienza quanto ti motiva a tornare su quel palcoscenico?
“È di grande ispirazione. Quella volta non mi sentivo uno dei giocatori chiave e ho semplicemente provato a fare quello che serviva per vincere, proteggere i migliori giocatori magari muovendo la palla, mettendola nelle mani dei nostri leader. Ora vorrei tornarci il prima possibile ma come giocatore di riferimento e avere il peso della squadra sulle spalle, sentirmi responsabile. Come ho detto prima, mi piacciono queste situazioni, questo tipo di pressione, voglio sperimentarlo tanto e voglio tornare alle Final Four e voglio vincerle “.