E’ stata una settimana incredibile, al di là di ogni più rosea previsione. L’Olimpia – in versione Under 18 quindi senza poter utilizzare Riccardo Casella, Davide Toffanin, Jacopo Alberti e Leonardo Van Elswyk che compongono una parte del gruppo della Under 19 Campione d’Italia in carica – ha vinto a Valencia un torneo che comprendeva alcune delle migliori squadre del continente ma segnatamente Real Madrid e Barcellona. A questi livelli, reclutando in tutto il mondo, sono generalmente imbattibili. Non è un caso che lo scorso anno l’Olimpia venne battuta nella finale della Next Gen di Belgrado dal Barcellona ed eliminata a Berlino dal Real Madrid. Ma non questa volta. L’impresa di Valencia è arrivata senza scorciatoie ovvero superando il Barcellona in semifinale – gara ribaltata tra la fine del terzo e l’inizio del quarto periodo – e il Real Madrid in finale, in una partita praticamente sempre comandata. Bisogna aggiungere che l’Olimpia ha vinto con una squadra tutta italiana, coltivata in casa: Omar Karem, playmaker della Nazionale marocchina, è italianissimo, nato e cresciuto a Milano; Baptiste Chauveau è francese ma anche lui cresciuto a Milano. Ecco perché si tratta di un successo che vale tantissimo e premia gli sforzi della società e degli allenatori, a cominciare ovviamente da Michele Catalani. Per alcuni di questi giocatori si tratta della naturale prosecuzione di un percorso straordinario: Ceccato, Garavaglia, Lonati e Suigo hanno vinto la Next Gen, il titolo Under 19, la medaglia d’argento mondiale con la Nazionale ora continuano a vincere, giocando con lo spirito di chi ogni volta va in campo dimenticandosi di quello che ha fatto nelle settimane, mesi precedenti.

Durante la semifinale con il Barcellona, il commentatore tecnico spagnolo “BasketCanteraTv” ha definito “incredibile come Milano riesca a stare davanti a dispetto della differenza fisica”. Con Gigi Suigo gravato di quattro falli nel cuore del terzo quarto, l’Olimpia ha tenuto, rimontato e allungato con quintetti stile “smallball”. Quando Suigo è rientrato non ha commesso errori, ha centrato una tripla, convertito un alley-oop di Lonati e timbrato il proprio ruolo nella vittoria. A fine gara, intervistato, Catalani aveva presentato così la finale: “Il Real Madrid ci ha battuto di venti punti, ma conosco abbastanza i miei ragazzi da sapere che domani verranno pronti a giocare”. Non solo erano pronti a giocare hanno addirittura vinto.
Senza Casella, che di questo gruppo normalmente è il playmaker e uno dei tiratori più efficaci, l’Olimpia ha giocato dividendo i compiti di regia. Hanno portato palla Lonati, Ceccato e ovviamente Karem, partito dalla panchina, ma sul parquet per quasi 29 minuti di una finale giocata con intensità estrema e al meglio. Suigo e Lonati hanno giocato 38 minuti, Garavaglia 37. E l’hanno fatto da leader: Suigo ha chiuso con una doppia doppia; Lonati è stato il primo realizzatore di squadra con 17 punti; Garavaglia, il tuttofare della squadra, ha finito con cinque assist, quattro palle rubate e due stoppate. La sua reputazione di difensore di calibro internazionale lo precede. In finale, ha aggiunto 13 punti. Mattia Ceccato, ragazzo siciliano prelevato due anni fa nell’hinterland bolognese, ha giocato un’altra delle partite che avevano fatto di lui la rivelazione dei Mondiali Under 17, ovvero di efficacia impressionante. Infatti: 1/1 da due, 3/4 da tre, tre palle rubate.

Volendo, l’impresa della semifinale contro il Barcellona è stata ancora più clamorosa: i blaugrana hanno vinto a rimbalzo 62-38; hanno conquistato 25 rimbalzi d’attacco e raccolto 23 punti a otto dalla linea di tiro libero. Per batterli, è stata necessaria una prova chirurgica: l’Olimpia contro la fisicità avversaria ha chiuso perdendo solo otto palloni, forzando 21 palle perse e tenendo il Barcellona a 2/21 da tre. Nel momento cruciale della gara, Guglielmo Youssef, altro ragazzo cresciuto nel minibasket Olimpia, Campione d’Italia Under 15 nel 2022, ha centrato dall’angolo una tripla letale, spaccagambe. E Garavaglia con una palla rubata e una schiacciata in contropiede ha demolito le rimanenti velleità del Barcellona che per sette minuti ha segnato solo dalla linea di tiro libero mentre era l’Olimpia a dettare i ritmi.

L’Olimpia era venuta a Valencia per testarsi al massimo grado di difficoltà, con un roster che non poteva essere quello costruito. Ha cominciato sgominando lo Zalgiris, tradizionalmente forte, nella gara in cui Suigo ha catturato addirittura 21 rimbalzi. Nel secondo incontro nel girone, nella giornata con due gare consecutive, una la mattina e l’altra la sera, aveva dovuto subire la superiorità fisica e la profondità del Real Madrid. In realtà, il meno 21 conclusivo, era stato molto bugiardo. Pari all’intervallo, aveva addirittura allungato nel cuore del terzo periodo prima di affondare, cinque punti nel quarto conclusivo. Ma per 26-27 minuti, l’Olimpia era stata alla pari dello squadrone di Madrid. La sera stessa, è arrivata la cruciale vittoria sulla Joventut Badalona, necessaria per avanzare in semifinale. Tre punti di scarto ma comandando sempre e ricavando la prestazione più incisiva di Omar Karem, 19 punti. Poi le due imprese che hanno trasformato il viaggio in terra valenciana in un trionfo.

IL ROSTER DELL’OLIMPIA – Omar Karem, Alessio Trezzi, Baptiste Chauveau, Riccardo Forini, Guglielmo Youssef, Luigi Suigo, Achille Lonati, Diego Garavaglia, Giovanni Cortellino, Mattia Ceccato, Mattia Grassi, Federico Pillepich. Allenatore: Michele Catalani.