L’Olimpia per la prima volta nella serie ha segnato più di 80 punti e regolarmente ha vinto in una partita a punteggio stranamente alto. 88-80, frutto non tanto di un ritmo indiavolato o percentuali di tiro elevate (43% Milano, 40% Venezia) ma di tanti canestri da tre, tanti tiri liberi eseguiti con alte percentuali da ambedue le parti e poche palle perse che hanno consentito alle due formazioni di concludere con un tiro o un viaggio in lunetta 74 possessi (Milano) e 75 Venezia (un fallo che ha generato tiri liberi contemporaneamente ad un canestro di Jeff Viggiano è in pratica risultato in due tiri nello stesso possesso).

RIMBALZI – L’Olimpia ha vinto qui. 47-26 il totale ma soprattutto ha controllato quasi l’80% dei palloni disponibili sotto il proprio tabellone. Venezia nel primo e nel terzo quarto non ha catturato rimbalzi offensivi. Ancora più eclatante il dato dei rimbalzi offensivi perché sotto il tabellone dell’Umana è finita 18-16 per i veneziani, quasi in parità. Con i rimbalzi (in attacco 6 di Batista e 4 di McLean), l’Olimpia ha riequilibrato la differenza di palle perse.

PALLE PERSE – L’Olimpia ne ha perse 15, il minimo nella serie, un passo avanti ma comunque quasi il doppio di quelle perse d Venezia, otto, zero nel primo quarto. Le palle perse hanno permesso a Venezia di attenuare il peso dei rimbalzi persi e produrre comunque 65 tiri dal campo e 20 dalla lunetta.

TIRI LIBERI – Sono fuorvianti ma sono stati comunque risolutivi perché nell’ultimo quarto Venezia ha deciso di alzare il livello dell’aggressività e prendersi dei rischi. In più alla fine è ricorsa al fallo tattico per fermare il cronometro. Il risultato è che dopo tre quarti le squadre avevano lo stesso numero di punti segnati dalla linea, ma alla fine della partita la differenza è stata di 13 punti, 29-16. Nell’ultimo periodo, l’Olimpia ha punito le scelte veneziane facendo 17/18 dalla linea.

TIRI DA TRE – Il gioco della Reyer è stato spostato sempre di più sul perimetro. In gara 4 ha effettuato 35 tiri da tre contro 31 da due. Ha ricavato dall’arco più punti dell’Olimpia dall’arco, 36 contro 27, ma è stata praticamente la sua unica arma offensiva vista anche la tendenza a giocare con quattro esterni. Lo stesso Melvin Ejim – nominalmente un’ala forte – ha segnato solo da tre in gara 4. Ovviamente il ricorso massiccio al tiro da tre può essere pericoloso anche per chi lo concede. Venezia (4/6 da tre nel terzo quarto) ha segnato 44 punti nel secondo tempo e l’Olimpia è sopravvissuta segnandone però 49.

LE CHIAVI DI GARA 5 – L’infortunio di Rakim Sanders crea qualche difficoltà di accoppiamento difensivo. L’Olimpia ha avuto buoni frutti dalla scelta di affidare Ejim a Gentile e spostare Sanders – in attacco impiegato da ala forte – su un esterno segnatamente Bramos (2 punti nel primo tempo, 12 nel secondo quando Rakim non c’era). Finora, l’Olimpia è stata superiore a rimbalzo ma mai come in gara 4 e ha sempre avuto un problema di palle perse. Bramos dopo il 7/13 da tre di Desio è sceso a 4/12 nelle gare veneziane, ma Mike Green sta prendendo 6.3 falli a partita e segnando cinque punti per gara dalla lunetta, decisamente tanti.

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