L’analisi di gara 1 è di una semplicità disarmante: la differenza è tutta nelle percentuali di tiro, soprattutto da tre, e le stesse percentuali sono condensate in un quarto tragico, il terzo, in cui la Reyer ha vinto 28-10, scavando 18 punti di differenza che hanno reso inutile il lavoro svolto nel primo tempo e nel tentativo disperato di rimontare nel quarto.

RIMBALZI – L’Olimpia ha vinto 39-29 ma soprattutto ha catturato il 57.3% dei rimbalzi disponibili, il 77.4% di quelli in palio sotto il proprio tabellone e il 40.5% – cifra altissima – di quelli catturabili sotto lo specchio di Venezia. Non c’è dubbio che a rimbalzo l’Olimpia abbia fatto molto bene. Infatti i rimbalzi hanno generato 68 tiri dal campo contro 59 a parità di liberi eseguiti (17). In pratica ci sono state nove opportunità in più di segnare e anche i tiri liberi sono stati favorevoli, 16 punti a 12 per l’Olimpia (12/12 Rakim Sanders, che non è uno specialista).

PALLE PERSE – Le palle perse non hanno avuto effetto statistico: 16 quelle dell’Olimpia ma 15 quelle di Venezia. Semmai è stata importante la tempistica delle palle perse. Nel terzo quarto fatale, la Reyer ha perso un pallone e tirato 16 volte, l’Olimpia ha tirato 14 volte, perso quattro palloni. Ma tutto si riduce purtroppo alle percentuali di tiro.

IL TIRO – Venezia ha fatto il 68% da due contro il 55% e già questo ha inciso. Ancora più evidente la differenza nel tiro da tre. La Reyer ha fatto 10/28, 36%, al di sotto delle sue medie nei playoffs a conferma che non è stata una grande serata balistica neppure quella di Venezia. Ma ovviamente l’Olimpia ha disputato la sua peggior uscita stagionale dall’arco, 3/21, il 14% con una differenza di 21 punti raccolti dal perimetro, 30 contro nove.

IL TERZO QUARTO Fin qui è tutto chiaro, ma la differenza tra le due squadre è stata determinata tutta nel terzo periodo. Tra primo, secondo e quarto, l’Olimpia ha un parziale di +11, 67-56. Nel terzo, 28-10 Venezia che ha tirato con il 62% dal campo e il 57$ da tre senza sprecare più di un solo pallone. L’Olimpia ha fatto 0/8 da tre in quel periodo vanificando il lavoro svolto a rimbalzo. Molti di quei tiri erano aperti e generano un’altra riflessione: nel primo tempo, Milano ha tirato solo quattro volte da tre (1/4) e Venezia ha rispettato la sua indole di squadra aggressiva sul perimetro dove concede poche opportunità. Ma nella ripresa la difesa di Venezia è diventata speculativa. Ha cominciato a concedere il tiro da fuori e più Milano sbagliava e più si chiudeva sotto, intasando l’area e quindi rendendo i tiri ravvicinati più complicati. Tra primo e secondo tempo i tiri da due sono passati da 30 (57%) e 17 ma solo sei nel terzo quarto (1/6) con l’area congestionata, zero spazi e la necessità estrema di fare qualche canestro da fuori.

LE CHIAVI DI GARA 2 – Ovviamente Venezia conta di aver di più dalla sua star Jeremy Pargo, tenuto a 4 punti, il 25% al tiro, quattro palle perse. E proverà a migliorare a rimbalzo. Ma il modello di riferimento per la Reyer sarà il terzo quarto, mentre l’Olimpia avrà bisogno di due cose: in attacco ovviamente migliorare le percentuali di tiro da tre (questo è banale ma scontato) e in difesa coprire meglio l’area. E’ vero che Venezia può tirare molto bene da tre (Michael Bramos ha fatto 4/6) ma è necessario al tempo stesso abbassare quel 68% da due (nessun periodo sotto il 62%) che rappresenta un’anomalia in questa stagione.

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