Amath M’Baye non ha sempre giocato con il numero 24. Ad esempio ad Oklahoma e in Giappone ha indossato il 22. Ma il 24 è il numero che considera suo perché serve ad onorare la memoria della nonna. 24 era il giorno della sua data di nascita.

M’Baye non è il primo 24 nella storia dell’Olimpia: Samardo Samuels ha indossato il 24 per due anni e con quel numero ha vinto lo scudetto del 2014. Ma è stato un caso unico.

Novità assoluta invece è il 28 che indosserà Patric Young: la star dell’università della Florida ha sempre giocato con il numero 4 in carriera ma si tratta di un numero generalmente considerato tabù all’Olimpia. Secondo la mitologia del club, il 4 aprile del ’44 al leggendario presidente Adolfo Bogoncelli venne dignostica una forma di polio. Da quel giorno per lui il 4 sarebbe diventato proibito. Quando i numeri non potevano andare oltre il 15 – e successivamente oltre il 20 – è capitato che quel numero sia stato usato comunque e portato anche con eccellenti risultati (vedi Sasha Djordjevic), ma con la libertà numerica degli ultimi anni non c’è motivo per non rispettare la tradizione antica del club. Così Young suo malgrado ha dovuto rinunciare e puntare su un numero inedito, il 28 mai usato da nessuno.

Cory Jefferson indosserà a Milano il suo tradizionale numero 34. “E’ una questione di tradizione, l’ho usato sempre – dice – l’unica eccezione è rapresentata dalla mia esperienza NBA quando ho usato il 21 in onore di Isaiah Austin”.

Questa storia merita di essere raccontata: Austin era compagno di squadra e amico di Jefferson all’università di Baylor. Nel 2014, ambedue erano eleggibili per i draft NBA ma ad Austin venne diagnosticata la sindrome di Marfan alla vigilia della cerimonia. A seguito della diagnosi dovette interrompere immediatamente la propria carriera. Per onorare il compagno, Jefferson decise di giocare con il suo numero di maglia al college, il 21. Lo scorso anno Austin ha ottenuto di nuovo l’idoneità e dopo due anni di assenza ha giocato in Serbia e adesso è in Cina. Jefferson è ritornato al suo numero tradizionale.

Il 34 vale molto a Milano: è stato il numero di David Hawkins, uno dei giocatori più apprezzati dello scorso decennio, e più recentemente di David Moss che l’ha indossato per due anni e con esso ha vinto lo scudetto del 2014.

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