Il primo concetto da chiarire parlando dell’Eurocup che da mercoledì 6 gennaio diventa la competizione internazionale dell’Olimpia è che si tratta di una coppa di alto livello che nessuna italiana ha mai vinto (o ha mai giocato la finale: parliamo dell’era Eurolega ovviamente) e che normalmente è stata dominata da squadre russe o spagnole, le migliori tra quelle che non partecipano alla massima competizione. Valencia ad esempio l’ha vinta tre volte trovando così anche lo strumento per accedere all’Eurolega. Questo è il terzo anno in cui le squadre di Eurolega eliminate passano all’Eurocup e nei due precedenti non hanno avuto grande fortuna. Ma le aspirazioni dell’Olimpia, che nella sua storia ha vinto tre volte la Coppa delle Coppe di cui l’Eurocup è in un certo senso discendente e due volte la Coppa Korac, sono innegabili. Il calendario di Eurocup

IL GIRONE – L’avversario più affascinante è l’Aris di Salonicco, sulla carta anche il più insidioso. Anche se non si tratta dell’Aris che giocava per il titolo europeo trent’anni fa, con i dioscuri greci Nikos Galis e Panagiotis Iannakis, da anni fa fatica anche in patria di fronte al dominio di Olympiacos e Panathinaikos, ma quest’anno ha una squadra di qualità, non solo la terza forza del basket ellenico. Ha vinto il suo girone di Eurocup, ha battuto due volte l’Unics Kazan, e ha una squadra molto profonda in stile greco, senza grandi stelle ma tantissime risorse. Il primo realizzatore è Jerel McNeal, uscito da Marquette e visto in Italia a Montegranaro ma reduce da un infortunio. Adesso ha ritrovato fisicità e tiro mentre come difensore è sempre stato un giocatore di primo piano. Jamel Hagins, uscito da Delaware, l’università di Coach Dan Peterson, è un centro di 2.06 che sta crescendo, al terzo anno in Europa. Dominic Waters è un tiratore da tre punti micidiale e l’esperienza ellenica la porta Michalis Pelekanos, un veterano. Un altro giocatore conosciuto è Okaro White, ala forte che l’anno scorso giocava a Bologna e l’Olimpia ha affrontato cinque volte, playoffs inclusi.

L’Alba Berlino normalmente partecipa all’Eurolega e da anni è la squadra più costante del basket tedesco oltre che la società meglio organizzata: è il motore dietro l’organizzazione delle Final Four di Eurolega del 2016. Lo scorso anno ha valorizzato proprio in Europa il nostro Jamel McLean e in definitiva ha un progetto tecnicamente credibile costruito attorno all’ex playmaker, Sasa Obradovic, serbo che ha giocato a lungo a Berlino ma anche in Italia a Roma. Anche qui non ci sono stelle di prima grandezza ma completezza ben distribuita. Il primo realizzatore è Elmedin Kikanovic, il regista è l’ex romano Jordan Taylor che condivide il lavoro con Will Cherry, un emergente nel ruolo.

Il Neptunas Klaipeda è una squadra storicamente competitiva nella lega lituana ma senza grande impatto internazionale. Però quest’anno ha assemblato una formazione più esperta e con americani di mestiere quali Daniel Ewing, prodotto di Duke che ha giocato nella NBA ai Clippers e poi al Khimki Mosca, e Jerai Grant, che lo scorso anno era a Brindisi, fratello dei due Grant che giocano nella NBA, uno a New York e l’altro a Philadelphia.

LE ALTRE – Il Maccabi Tel Aviv è l’illustre eliminata di Eurolega insieme all’Olimpia. Ha cambiato allenatore passando da Guy Goodes a Zan Tabak, ma è cresciuta troppo tardi per acciuffare le Top 16. Però ha giocatori di qualità sufficiente per vincere questa Eurocup basti pensare a Taylor Rochestie, Devin Smith e Jordan Farmar, oltre al fenomeno croato Dragan Bender, poco utilizzato ma considerato prospetto da prime posizioni nel prossimo draft NBA. Grandi ambizioni le ha anche il Bayern Monaco di Svetislav Pesic, che si aspettava di più dopo l’arrivo di KC Rivers dal Real Madrid e un roster fisico con John Bryant e Dusko Savanovic come coppia di lunghi. Karsiyaka, pur saccheggiato in estate dopo il titolo turco, ha la qualità di Juan Palacios e americani esperti come Colton Iverson, il centro bianco che fece benissimo a Vitoria l’anno passato. Strasburgo ha come punta Rodrigue Beaubois, guardia esplosiva offensivamente che ha giocato anche a Dallas prima di rompersi. Il SIG è pilotato da Vincent Collet, coach della Nazionale francese, e sembra più dotato del Limoges che pure ha battuto due volte l’Olimpia nella regular season. Tra le squadre che provengono dall’Eurocup la migliore sembra Valencia, una difesa impenetrabile e un roster senza punti di riferimento per gli avversari anche se il montenegrino Dubljevic è ormai in procinto di fare la star. Il Galatasaray ha una squadra da Eurolega anche se non sempre traduce in campo questa potenza di fuoco. La coppia di lunghi è formata da Stephane Lasme e Joey Dorsey, gente che in Eurolega ha giocato ai massimi livelli. La guardia Erick McCollum è stato il miglior realizzatore della prima fase ad oltre 20 punti per partita. L’Unics Kazan è la squadra di Keith Langford e anche se manca di costanza è una squadra che può aspirare alla vittoria finale. Non sono da trascurare neppure Bilbao, che ha vinto il suo girone, Gran Canaria che fa sempre bene e ha un playmaker eccezionale in Kevin Pangos, o Reggio Emilia che ha un quintetto di giocatori affermati a livello internazionale. Il ruolo delle italiane (ci sono anche Trento e Venezia) è di outsider anche se Sassari – a dispetto dello 0-10 di Eurolega – è ricca di giocatori che hanno sempre giocato appunto in Eurolega come David Logan, Joe Alexander, Brent Pettway, lo stesso MarQuez Haynes.

LA FORMULA – Si gioca otto gironi di 4 squadre, approdano agli ottavi di finale le prime due. Da quel momento si va avanti con gare di andata e ritorno finale inclusa, conta la differenza punti e la seconda partita si gioca sul campo della formazione meglio classificata o in alternativa con più vittorie stagionali.

 

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