Awudu Abass è il futuro dell’Olimpia. Non è necessariamente da considerare un giovanissimo perché ha 24 anni compiuti ma questa è stata la sua prima vera stagione in EuroLeague e in una squadra partita con grandi ambizioni. Ha risposto contribuendo alle vittorie di Supercoppa e Coppa Italia. A tratti ha giocato in EuroLeague in modo importante, come a Kaunas quando rimase in campo 38 minuti con 22 di valutazione. Come in casa contro il Barcellona, tempestato con schiacciate imponenti.
Abass è un giocatore a due dimensioni. In America lo chiamerebbero un “3 and D”, nel senso che è affidabile nel tiro da tre (3) e efficace in difesa (D), soprattutto sulla palla. A queste due caratteristiche aggiunge un atletismo importante. Facile da scorgere nelle immagini che corredano questo articolo.
Quello che le cifre o il rendimento non dicono è che Abass ispira fiducia perché è un ragazzo con una grande etica lavorativa. Uno di quelli che “vanno via per ultimo”, come Dada Pascolo o Simone Fontecchio. Abass si sciroppa enormi quantità di tiri da ogni posizione, sta perfezionando il palleggio, arresto e tiro dalla media per attaccare i “close-out” delle difese, atteggiamento che qualche volta gli apre la strada per arrivare al ferro (anche qui ci sono esempi nelle immagini top della sua prima stagione milanese). La sala pesi è un altro dei luoghi in cui passa più tempo: alla ricerca di una potenza fisica che supporti agilità, esplosività e velocità.
E’ stato il primo anno di Abass a Milano. E’ stato alterno, perché in alcuni periodi ha giocato molto e in altri ha giocato poco, è stato in quintetto ed è partito dalla panchina, ha giocato da playmaker in difesa, da esterno in attacco. Si è adattato a ciò che significa giocare in una squadra con tante alternative. Ne è uscito più forte, preparato per la seconda campagna.