Aaron White è stato presentato ai media oggi dopo l’allenamento dal general manager Christos Stavropoulos: “Sono sicuro che piacerà anche ai tifosi per il modo che ha di giocare, veloce, atletico e con tanta energia”, ha detto. White arriva da Kaunas e da quattro anni in Europa dopo l’esperienza al college ad Iowa di cui gli è rimasto il tatuaggio che rappresenta la città in cui ha frequentato l’università, la capitale dello stato. Ecco in sintesi quello che ha detto.

Ruolo e gioco – “Ho sempre giocato con lo stesso tipo di mentalità, che è quella di andare in campo per vincere e giocare, allenarsi duramente, perché credo che il basket sia un gioco in cui se lavori duro poi i risultati arrivano. Coach Messina ha scelto tanti giocatori che si completano bene a vicenda, non è ancora entrato nello specifico, ma sfrutterà le mie caratteristiche, ovvero i tagli a canestro, la velocità nel correre lungo il campo, l’energia a rimbalzo”.

Lo smallball – “Il basket va nella direzione di diventare uno sport senza ruoli, quindi è possibile che giochi assieme a Jeff Brooks. Siamo due giocatori con caratteristiche simili, perché ambedue possiamo aprirci, fare un tiro da fuori, mettere palla in terra. In attacco può essere molto produttivo. In difesa anche, ma bisogna vedere cosa ci chiederà il Coach, gli equilibri da rispettare, cambi di marcatura, blocchi. Dopo due allenamenti, è presto per dire troppe cose, cosa funzionerà o meno”.

Gli altri lunghi – “Riguardo gli altri lunghi, l’unico presente e in salute oggi è Kaleb Tarczewski. L’ho visto già al college, anche lui è atletico, gioca sopra il ferro, è un grande rimbalzista, sono contento di giocare con lui. Quando andremo in campo attaccheremo gli specchi, useremo il nostro atletismo e cercheremo di essere distruttivi in area”.

L’esperienza di Kaunas – “I miei anni allo Zalgiris ovviamente sono stati molto importanti per la mia crescita come giocatore, ho avuto la possibilità di competere in EuroLeague, sono andato sul palcoscenico e ho giocato ai più alti livelli europei, e gli sarò sempre grato per questo. L’esperienza in quel club è stata grande. Ma come detto, adesso sono felice di fare questo ulteriore passo in avanti nella mia carriera, ovvero lavorare per Coach Messina e un grande club come l’Olimpia”.

I playmaker di Milano – “Tutti e due vedono il campo, sono grandi playmaker e questo potete immaginare che sarà di beneficio per il mio gioco. Allo Zalgiris, giocavamo ad un ritmo un po’ più lento. Sono contento di poter mostrare le mie qualità correndo per il campo e usando il mio atletismo. Adesso e per tutta la preseason cercherò di migliorare il mio rapporto tecnico dentro e fuori del campo con tutti i compagni, ma soprattutto con i point-man, per sintonizzarmi sul loro ritmo in modo che a fine settembre, ottobre saremo pronti”.

La NBA – “Sì, se n’è parlato dopo la stagione di Kaunas, ma con la mia famiglia, mia moglie, insieme abbiamo deciso di rimanere in Europa. Milano è una città molto attraente e la possibilità di giocare qui la consideriamo irrinunciabile. In Europa si gioca un basket diverso rispetto all’uno contro uno reiterato in uso in America. Ho impiegato un paio di anni per adattarmi ad un basket più collettivo, di squadra, in cui non segnano sempre gli stessi. Mi trovo bene”.

La nuova EuroLeague – “Più squadre forti, più giocatori forti, è meglio per tutti. Molte squadre hanno fatto colpi importanti in estate, sia come nomi che come passato nella NBA. Ma quando si andrà in campo ci sarà un pallone solo e bisognerà giocare di squadra. Quindi queste squadre dovranno comunque trovare la giusta chimica, trovare giocatori che accettino il loro ruolo. Gli allenatori che sapranno allenatori nel modo giusto questi giocatori avranno successo. Ma è buono per l’EuroLeague che ci siano grandi squadre, grandi giocatori, è meglio per il marchio e per costruire una grande lega”.

Il tatuaggio – “In cima al mio braccio c’è la casa in cui sono nato, non ci ho mai veramente vissuto perché i miei genitori si sono separati, quindi è un posto importante per me, per i cambiamenti che ci sono stati nella mia vita. Sotto c’è il Campidoglio dello stato in cui sono andato al college, l’Iowa, all’interno del campus. Sono i simboli del mio percorso, da dove sono nato a dove sono cresciuto al college. Non è finito questo tatuaggio, ma per ora è così, dove sono nato e dove sono andato al college. In Europa sono stato in troppi posti, ma magari alla fine troverò qualcosa che simboleggi questo percorso”.

 

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