Cominciamo la carrellata dei personaggi che hanno meritato l’inclusione nella Hall of Fame Olimpia: Adolfo Bogoncelli (nella foto con Sandro Riminucci).

Adolfo Bogoncelli, il Bogos, è Mister Olimpia. Tutta la storia del club nasce dalla sua storia personale. Bogoncelli ha inventato l’Olimpia e poi ne ha alimentato il mito per decenni, al di là delle vittorie. L’Olimpia nacque… a Modena, dove Bogoncelli frequentò l’accademia militare innamorandosi della pallacanestro e gestendo il GUF Modena. Quando terminò l’accademia, Bogoncelli – che era nato a Treviso – si trasferì a Milano e qui fondò la Triestina Milano, ovvero una squadra sovvenzionata dal partito d’Azione per promuovere, diffondere la “triestinità” ai tempi in cui la città giuliana rischiava di essere strappata dall’Italia. Bogoncelli convinse un po’ di triestini a giocare per lui, tra questi Cesare Rubini. Ma in breve i soldi del partito d’Azione cessarono di arrivare e Bogoncelli per permettere al proprio club di sopravvivere si trasferì a Como per giocare un campionato di Serie B. Un anno dopo il Dopolavoro Borletti fu promosso in B e Bogoncelli ne ispirò la fusione con la sua società. Inizialmente la chiamavano tutti Borolimpia, poi diventò davvero solo Olimpia. Il colpo di genio fu attribuirgli come anno di nascita il 1936 così da farlo coincidere con il primo scudetto. Fu come nascere sotto il segno del successo.

Bogoncelli fu l’inventore dell’Olimpia, poi diventò un presidente illuminato e con un fiuto particolare: fu lui a scegliere Rubini come allenatore-giocatore, poi solo allenatore, fu lui a creare il binomio Rubini-Gamba, a inviare Gamba negli Stati Uniti, ad adottare le scarpette rosse e le tute di raso, a fare dell’Olimpia non solo una macchina da guerra in campo ma pure un club trainante. Fu lui il presidente dell’idea-Bradley e quindi della prima Coppa dei Campioni e infine fu sempre lui a scegliere Dan Peterson come allenatore, incontrandolo… a Parigi e creando il binomio con Toni Cappellari. E Peterson arrivò a Milano sulla scia della rinascita dopo la retrocessione peraltro cancellata in fretta.

L’ultimo passo di Bogoncelli fu la cessione del club a Gianmario Gabetti che si presentò con il colpo Meneghin e diede il via ad una nuova dinastia biancorossa. Bogoncelli ebbe fiuto persino nello scegliere il suo successore.

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