Così coach Sergio Scariolo dopo la vittoria su Brindisi. Il primo commento è sulla consegna del pallone della partita al general manager dell’Enel, Santi Puglisi, che ieri ha chiuso la sua carriera nel basket. Scariolo è stato il primo allenatore di Puglisi a Pesaro nel 1989/90. Piero Bucchi è stato l’ultimo. “Volevamo fare questo omaggio a Santi Puglisi: siamo nel basket da tanti anni e ricordiamo il contributo che diede quand’era nel settore squadre nazionali come metodologia, sistematicità. Tutti noi allenatori che ci siamo formati in quegli anni gli dobbiamo tantissimo. Nel basket oggi c’è gente che magari opina e non sa neanche chi è Santi Puglisi. E’ bene rinfrescargli la memoria, ricordare quanto una volta la figura dell’allenatore con Bianchini, Bucci, Gamba e Peterson fosse importante. Ricordo anche che quando decidemmo di rinforzare la struttura societaria della Scavolini uno dei consigli che diedi al Signor Valter fu quello di prendere uno che a quei tempi non era un dirigente ma aveva una formazione tecnica che era altrettanto importante e lui decise di cominciare a fare il dirigente.
“Sulla partita con Brindisi non c’è tantissimo da dire, è stata divertente, giocata con poca tensione agonistica anche se nel secondo tempo ci sono stati momenti di aggressività, di sforzo per provare a vincere. In attacco abbiamo segnato più di 90 punti senza Langford, in qualche momento abbiamo avuto palle perse dovutw più a quelle situazioni in cui volevamo fare showtime piuttosto che essere consistenti e solidi. In difesa siamo stati altalenanti soprattutto contro Reynolds, che aveva un canestro da tre di media segnato e oggi ne ha messi sei. Bravo lui, ma non sempre attenti noi, dovevamo accorgerci in fretta che era molto brillante e dovevamo stargli addosso ma anche collettivamente sul pick and roll quando non avevamo difensori aggressivi dovevamo fare meglio. E lui ne ha approfittato. In generale meglio in attacco che in difesa. La differenza tra le due panchine si doveva vedere e si è vista ma Brindisi ha dimostrato anche stasera di giocare bene, ha potenziale d’attacco e giocatori di personalità che non hanno paura. Mi ha fatto piacere vedere Jeff Viggiano giocare ad alti livelli.
“Siena? Ne parleremo ma è chiaro che è un quarto difficilissimo contro una squadra che è campione d’Italia e ha vinto l’unico trofeo assegnato finora.
“Gentile e Melli? In qualche occasione si sono presi qualche licenza, hanno fatto qualche sbavatura ma sono contento di loro e siamo orgogliosi, come dev’essere, perché sono due giocatori sui quali si è lavorato e si è costruito, con continuità e pazienza. Ci aspettiamo un rendimento alto anche nei playoffs.
“La regular season? Eccellente il rendimento fuori casa della regular season, buono il rendimento nel girone di ritorno, insufficiente quello del girone di andata, gravemente insufficiente quello casalingo.
“La parola gerarchia soprattutto nei playoff ha un senso relativo. Ci saranno scelte che non saranno definitive perché tanti fattori possono incidere, fisico, tecnico, tattico. Decideremo volta per volta. Il lavoro dei giocatori è quello di farsi trovare pronti in ogni partita senza scuse, senza motivazioni diverse. Nei playoffs l’unica cosa che conta è la squadra. Dovrebbe essere sempre così, noi ci siamo arrivati con un po’ di fatica, con sforzo e ferite. Però nei playoff il principio viene affermato: conta solo la squadra e quello che uno fa non per le statistiche ma per le vittorie della squadra. Sarù il criterio dominante. I giocatori devono solo farsi trovare pronti”.