
Riproduciamo qui, aggiornato, l’articolo su Pops Mensah-Bonsu pubblicato sull’ultimo numero del “game-program” dell’Olimpia.
È nato a Londra ma viene dal Ghana, ha giocato un Europeo e poi le Olimpiadi con la Nazionale britannica ma ha imparato a giocare sul serio alla George Washington University, nella capitale degli Stati Uniti, ottenendo risultati storici per un ateneo che non ha sempre avuto grandi tradizioni nel basket. Quando la squadra salì al numero 6 del ranking NCAA quella fu la posizione più alta mai raggiunta. E Pops Mensah-Bonsu ne era il capitano, quasi un simbolo. Dopo tante trattative abbozzate ma mai concluse, è approdato a Milano, per giocare i playoffs, con un’ambizione speciale: “Riportare il titolo all’Olimpia”.
Ci sono tanti modi per raccontare una storia incredibile. Il primo è il nome. Che non è Pops (abbreviativo di Papa yaw) anche se è sempre stato chiamato così, in casa propria e fuori. Il nome completo è Nana Papa yaw Mensah-Bonsu che in dialetto Ashanti significa killer di balene ma il killer di balene sarebbe il bisnonno o almeno questo è quanto racconta il padre di Pops che come la moglie è un ministro pentecostale a Tottenham. Nato come saltatore in alto e in lungo, si trasferì negli Stati Uniti per giocare a basket, folgorato dai canestri già a Londra, grazie al fratello maggiore e a coach Joe White, che lo portò via dal campo da calcio ma soprattutto alle pedane arruolando per gli Hackney White Heat.
In America, Pops andò prima a Princeton nel New Jersey e poi a St. Augustine nello stesso stato ma a Richland dove venne scovato dai Colonials (specificamente dall’assistante allenatore Kevin Broadus che poi andò a Georgetown), quando era alto solo 1.94, e portato a Washington, diventata casa sua. In coppia con Mike Hall, ebbe quattro memorabili stagioni a George Washington University, conquistando nel 2005 un posto nel secondo quintetto dell’Atlantic-10 e nel 2006 addirittura nel primo, fu giocatore più progredito dell’anno nel 2004. GW chiuse l’ultimo anno con 27-3 di record, salì fino al numero 6 del ranking nazionale e vinse la sua prima partita nel Torneo NCAA dal 1955.
In realtà il primo della famiglia ad emigrare negli States per motivi cestistici fu il fratello maggiore Kojo, che riuscì anche a giocare a Washington State, vicino Seattle e poi ha avuto una dignitosa carriera europea. Dopo il college, Pops ha giocato parte di sei stagioni nella NBA tra Dallas, Toronto, San Antonio, Houston, New Orleans, è stato Mvp dell’All-Star Game della D-League (30 punti e 7 rimbalzi) a Las Vegas quando giocava a Austin, e ha sperimentato tutte le più importanti leghe europee giocando a Treviso, a Badalona, al CSKA Mosca, a Villeurbanne, al Besiktas con il quale ha fatto il Piccolo Slam turco vincendo campionato, coppa ed Eurochallenge(26 punti e 20 rimbalzi nella finale contro Chalon) insieme a David Hawkins. Lungo i sentieri di una carriera avventurosa, ha dovuto fare i conti spesso con la malasorte. Un infortunio alla spalla (in gara 1 dei playoff francesi quand’era all’Asvel) gli fece perdere l’opportunità di giocare a Vitoria e gli Europei del 2011, un problema al ginocchio alla fine delle Olimpiadi di Londra gli ha fatto perdere un contratto già firmato con il Maccabi. Ma non si è però d’animo. Una volta recuperato ha giocato sette gare a Siviglia incluso il rap in della vittoria nella sua ultima uscita. Non è nuovo peraltro alle apparizioni fugaci ma vincenti. A Granada giocò una sola partita, l’ultima di regular season, segnò 21 punti, la sua squadra ebbe la meglio su Vitoria e salvò il proprio posto nella Liga ACB. Ora il suo obiettivo è dimostrare di poter essere l’uomo giusto anche per l’Olimpia.
“In ogni squadra in cui vado porto qualcosa di diverso dagli altri giocatori, sono un difensore, uno stoppatore, un rimbalzista – dice Pops – E qui ho capito che sarei stato utile per come sono diverso dagli altri lunghi, da Bourousis, Radosevic, Chiotti e anche Fotsis e Melli. Per questo inserirsi non è stato difficile. Con Milano avevamo parlato un paio di volte in passato e non c’era mai stata la possibilità di firmare. Questo è il momento adatto. So perché sono qui e cosa posso dare”.
LO SAPEVATE?
1) Il suo allenatore a George Washington era Karl Hobbs, che adesso è il direttore tecnico a Connecticut
2) Lo scorso anno in Turchia, Pops vinse la gara delle schiacciate all’All-Star Game
3) Quando era a Treviso, nella Benetton giocava anche Alessandro Gentile ma nelle giovanili
4) Pops si dichiarò per i draft NBA con un anno di anticipo ma poi tornò sui suoi passi per giocare un altro anno al college
5) A George Washington chiuse la sua carriera come secondo stoppatore di sempre dei Colonials
6) A Londra è stato testimonial della catena di fast-food “Subway” e la sua faccia anche durante il periodo olimpico era dappertutto
7) Al college ha studiato e si è laureato in psicologia
8) Risale a Toronto la sua miglior prestazione NBA, 21 punti e 8 rimbalzi in 22 minuti, alla sua quarta apparizione con i Raptors. Successe contro Indiana
9) Il suo coach a Treviso era Alessandro Ramagli, ora a Verona, il general manager era Marco Atripaldi, adesso a Biella
10) Pops è il quarto di cinque fratelli. Kojo Mensah-Bonsu ha giocato in Sveiza, in Francia e in Portogallo.