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Happy 70 Senatore Bradley!

28/07/2013
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Bill Bradley, il nostro ex giocatore, compie 70 anni. E’ nato a Crystal City, nel Missouri, nel 19543 e da quella piccola città del midwest degli Stati Uniti è decollato verso una vita grande e ricca di successi. E’ stato senatore degli Stati Uniti per il New Jersey, un candidato del Partito Demovcratico alla Casa Bianca e, nel basket, ha avuto una spettacolare carriera a Princeton, ha vinto la medaglia d’oro Olimpica nel 1964, due titoli NBA con i New York Knicks, è stato eletto nella Hall of Fame e, infine, è stato una grande parte del primo titolo europeo vinto dall’Olimpia nel 1966. Bradley di recente ha incontrato il grande Arthur Kenney, il primo giocatore nella storia del club a vedersi ritirato il propio numero (18). Hanno parlato a lungo per un libro che sarà pubblicato a novembre,  INDIMENTICABILE: Cesare Rubini, un guerriero dello sport. Qui, nella prima di tre puntate, trovate quello che Bill Bradley ha raccontato. Clicca qui per leggere la biografia di Bill Bradley nella “Hall of Fame Olimpia”: http://www.olimpiamilano.com/hall-of-fame/bill-bradley/

“Il mio primo anno a Milano è stato molto importante per la mia vita. Ero lo straniero di Coppa e la frequenza del mio impegno inzialmente era di due gare al mese. Arrivavo da Oxford dove sfortunatamente non avevano alcun campo da basket. Quando arrivavo a Milano, mi allenavo per due o tre giorni insieme alla squadra. A causa della mancanza di una palestra a Oxford, il mio peso aumentò oltre quello ideale per giocare.

“Imparai l’importanza del fattore campo nelle coppe europee in cui contano i punti segnati complessivamente nelle due partite per determinare la vincente della serie. Contro Praga a Milano vincemmo di 17 punti ma a Praga perdemmo di 19. La stampa milanese fu brutale nelle sue critiche specie contro di me. I commenti erano del tipo “Chi pensa di essere Bradley per venire qui senza essere in forma, come osa presentarsi sovrappeso?” In retrospettiva, dovrei essere grato alla stampa per le critiche negative. Le critiche mi hanno stimolato a recuperare la miglior forma possibile, mi imposi di perdere 10 chili perima delle finali e raggiunsi quell’obiettivo e anche di più prima della scadenza che mi ero imposto. Sento di aver un debito con la stampa italiana per avermi aiutato a concentrarmi su quello che avevo bisogno di fare. Penso sia stata l’unica volta nella mia carriera in cui scoprii che le critiche negative mi erano state di aiuto”. (1-continua)