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Hall of Fame 22: Mike D’Antoni

02/08/2013
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Mike D’Antoni è stato il più grande playmaker della storia del basket italiano e anche il primo capitano non italiano (anche se poi lo è diventato, oltre che per le origini e passaporto pure per le leggi cestistiche) dell’Olimpia. D’Antoni, la cui famiglia è originaria dell’Umbria, è stato il prodotto di una famiglia di allenatori, dal padre Lewis al fratello maggiore Dan che poi l’ha accompagnato in tutte le tappe più significative della sua carriera di coach nella NBA. I D’Antoni venivano da Mullens, nel West Virginia, Dan D’Antoni fu una stella a Marshall University, laureandosi nel 1970 e conquistando un posto nella Hall of Fame del college. Mike era il fratello minore e ne ereditò il posto di star a Marshall dalla quale uscì nel 1973, venendo scelto da Kansas City al numero 20 dei draft NBA. Nel 1974 fu inserito nel secondo quintetto di rookie NBA. Dopo due anni e mezzo a Kansas City, passò a St.Louis nella ABA e finì la carriera giocando due gare a San Antonio. In tutto 180 partite di cui 130 nella NBA. Ma la fine della sua carriera americana coincise con l’inizio di quella milanese. All’Olimpia restò dal 1977, quando comunque aveva già 27 anni, fino al 1990. In corso d’opera cambiò il suo status e debuttò anche in Nazionale. Ma soprattutto lui, arrivato con l’Olimpia in A2, diventò il simbolo della rinascita, il leader della squadra che avrebbe vinto con lui 5 scudetti, due volte il titolo europeo, due volte la Coppa Italia più una Korac e una Coppa Intercontinentale. D’Antoni era un playmaker puro, ma anche eccellente tiratore frontale, poco atletico, ma strepitoso difensore (per la capacità di rubare palla fu ribattezzato “Arsenio Lupin”), il classico giocatore di squadra che migliorava i compagni e se necessario risolveva in prima persona. Nella storia dell’Olimpia è il primo realizzatore (5573 punti in 455 partite, numero 1 anche in questo), primo nelle palle recuperate con il triplo dei recuperi rispetto al secondo (Riccardo Pittis), negli assist, nei canestri da due e tre punti. Quando smise di giocare passò direttamente al ruolo di capoallenatore dell’Olimpia portandola alla finale scudetto. Vinse anche una Coppa Korac e giocò una Final Four di Eurolega nel 1992. Quando dovette lasciare l’Olimpia lo fece per Treviso dove vinse due titoli italiani. Nella NBA è stato coach dell’anno a Phoenix, ma ha diretto anche Denver, New York e i Lakers.