Una foto, un gruppo, prima di partire per Colonia. Insieme al grande artefice di questa impresa: Giorgio Armani in persona. E’ stato lui nel 2004 a sponsorizzare l’Olimpia, è stato lui nel 2008 ad acquisirne la proprietà, un atto d’amore verso una città, una squadra, uno sport. E’ stato lui ad emozionare il gruppo salutandolo prima della partenza per un evento che mancava dal 1992. Allora, il gruppo Olimpia salì sull’aereo per Istanbul, quattro anni dopo il successo di Gand. Questa volta si vola verso la Germania, Colonia, Lanxess Arena. E’ tutto pronto per una trasferta che i protocolli e gli impegni rendono lunghissima. Mai durante la stagione, l’Olimpia ha viaggiato il martedì per giocare il venerdì. E’ così per tutte le “finaliste”. Sperando sia un percorso benaugurante, l’Olimpia è stata la prima, comunque, ad arrivare a Colonia, pur essendo stata l’ultima a giocare in campionato (il CSKA ha giocato lunedì come Milano ma qualche ora prima; l’Efes ha giocato domenica 23 contro il Besiktas; il Barcellona ha giocato il 22 a Tenerife). La prima difficoltà è questa: ogni squadra ha la sua routine, in casa e in trasferta, ma non questa volta. Anche la copertura mediatica imporrà ritmi differenti, maggiori “invasioni di campo”, ipotetiche distrazioni. Adattarsi, rispondere alle circostanze sarà fondamentale.

L’Olimpia ha cominciato la giornata in palestra, come sempre prima di partire. Ritrovo alle 13, meeting, terapie, poco di altro perché nelle gambe ci sono ancora le fatiche della sera prima. In queste giornate si allenano in modo più severo solo i giocatori impiegati poco o nulla il giorno precedente. Anche il pranzo è consumato in sede prima di prendere il pullman per Malpensa alle 14.45, accompagnati dalla piacevole visita dei tifosi che hanno voluto salutare la squadra sulla strada per l’aeroporto. Un’altra foto di gruppo di fronte all’aereo che ha portato la squadra dappertutto quest’anno prima di decollare lasciando Milano poco dopo le 16 e arrivando a destinazione alle 17.45. Contrariamente all’ultimo viaggio in Germania qui ci si è lasciati l’estate alle spalle per dirigersi verso l’inverno.

Colonia è la quarta città della Germania in termine di popolazione, è la più popolosa della regione del Nord Reno-Westphalia, con una forte matrice cattolica ben rappresentata dalla Cattedrale, uno dei luoghi più visitati e meta di pellegrinaggi. Sede di una delle università più antiche d’Europa, Colonia ha conosciuto momenti drammatici nel corso della Seconda Guerra mondiale quando, a causa di evacuazioni, la popolazione venne ridotta del 95% addirittura e la città distrutta dai bombardamenti. Gradualmente, è stata ricostruita, ma ovviamente lo scenario urbanistico è mutato rispetto a quello originale. Le Final Four si giocano alla Lanxess Arena, impianto avveniristico per l’epoca in cui è stato costruito, nel 1998. Lo sport principale al chiuso a Colonia è l’hockey su ghiaccio, ma l’arena ha ospitato anche gli Europei di pallamano e li ospiterà ancora. E’ un impianto potenzialmente da oltre 18.000 spettatori. Un peccato non possa essere aperto al pubblico. Quanta gente sarebbe partita da Milano per sostenere l’Olimpia a 75 minuti di volo di distanza? Sarà una Final Four diversa dal solito, senza eventi promozionali in presenza, tutto confinato tra l’hotel e l’arena che ospiterà la conferenza stampa di presentazione giovedì, anche questa diversa dal solito, spezzata in due tra prima e seconda semifinale.

Lungo la strada che dall’aeroporto conduce in hotel, si passa anche davanti alla Lanxess Arena, collocata evidentemente in centro e in un tratto affollato della città. I parcheggi sono sotterranei: all’esterno non sarebbe possibile trovare abbastanza spazio. All’arrivo in hotel, lo stesso per tutte le quattro squadre, c’è subito il primo impegno mediatico: intervista televisiva per Coach Ettore Messina e per Kyle Hines. Del gruppo sono i più esperti di questo genere di competizioni. Hines è alla nona Final Four consecutiva, il Coach è assente da questo palcoscenico dal 2014, ma ne è stato assiduo protagonista ben 11 volte, con quattro squadre diverse. “Naturalmente c’è entusiasmo, ma abbiamo appena giocato due partite dei playoff italiani e siamo saltati sull’aereo per venire qui. Credo che tutti si debba essere orgogliosi in EuroLeague di aver portato in fondo questa stagione, soprattutto ripensando alle premesse delle prime sei settimane”, dice il Coach.

Hines ha indicato le partite decisive che hanno portato l’Olimpia a Colonia: “Istanbul contro l’Efes: era una settimana doppia, in trasferta, una vittoria importante. Poi la vittoria di Mosca, perché il CSKA è una grande squadra e quando vinci lì è sempre un fatto speciale. Quindi Belgrado, perché dovevamo vincere per convalidare la nostra regular season, per l’impatto sulla classifica ed era in mezzo ad una intera settimana in trasferta”.  Tutto ovviamente prima di arrivare ai playoff: “In Gara 1 siamo stati in grado di rimontare uno scarto importante e poi The Big Play… quando Malcolm Delaney ha eseguito il passaggio lungo a Zach LeDay per segnare il canestro della vittoria. Poi Gara 5, quella che materialmente ci ha condotto qui”.

E’ curioso trovare la gigantografia di Gigi Datome sul backdrop delle interviste o salire in ascensore scoprendo che sulla porta della stessa è ritratto il Chacho Rodriguez. Il primo impegno, pratico, della trasferta invece è un tampone di gruppo, necessario per accedere alla competizione. Lo staff e i giocatori dell’Olimpia ne hanno fatti oltre 100 in questa stagione che li ha portati adesso nel posto più entusiasmante.

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