La partita di domani con lo Zalgiris Kaunas è un crocevia fondamentale per il futuro europeo dell’EA7 Emporio Armani Milano. Ecco qualche cenno storico e qualche curiosità sugli avversari, tratta dal Game Program che verrà distribuito al Mediolanum Forum.
La Lituania è un paese di 3.2 milioni di abitanti che ha sempre considerato il basket quasi un’occasione di rivincita sociale. Dicono che in nessun paese il basket sia più popolare che in Lituania. Negli anni ’30 la Nazionale vinse due volte l’oro europeo aggrappandosi al talento di un americano di origini lituane che giocava sotto mentite spoglie, Frank Lubin, il cui nome fu tramutato in Lubinas. Nel 1939 di fronte all’invasione sovietica riuscì a lasciare il paese e ritornare a casa sua, a Los Angeles. Lubin o Lubinas tuttavia fa parte ancora oggi dei grandi personaggi storici del basket locale, una leggenda.
Se la Nazionale è sempre stata motivo di orgoglio per un’intera nazione – ad esempio nel 1992 appena riottenuta l’indipendenza alle Olimpiadi di Barcellona vinse la medaglia di bronzo battendo nella finalina la squadra degli Stati Indipendenti ovvero la versione politicamente corretta dell’Urss, e fu un evento biblico – lo Zalgiris di Kaunas è una specie di squadra-simbolo. Non foss’altro per essere riuscita ai tempi in cui la Lituania era controllata dall’Unione Sovietica in qualche caso a interrompere l’egemonia del CSKA Mosca. Erano i tempi, parliamo degli anni ’80, di Arvydas Sabonis, Valdamaras Homicius, Sergei Iovaisha, Rimas Kurtinaitis, una generazione d’oro (ma ce ne sono state altre) che portò la squadra di Kaunas alla finale di Coppa dei Campioni, tuttavia persa contro il Cibona di Drazen Petrovic. In quegli anni l’Olimpia era una specie di avversario diretto per lo Zalgiris, un avversario contro cui vennero incrociate spesso le armi. Meneghin contro Sabonis. D’Antoni contro Kurtinaitis. E’ paradossale che una squadra legata alle radici lituane come lo Zalgiris abbia vinto il suo unico titolo europeo nel 1999 seguendo la leadership di Tyus Edney, un playmaker americano. Un anno prima la stessa squadra aveva vinto la Coppa Europa battendo in finale proprio l’Olimpia con Franco Casalini richiamato in panchina. E’ stata l’ultima apparizione dell’Olimpia in una finale di coppa.
Negli anni seguenti, lo Zalgiris è stato semplicemente una buona squadra di livello europeo. Ma nel 2009 l’irruzione di Vladimir Romanov alla guida ne ha rilanciato le ambizioni. La squadra di quest’anno è fortissima: un mix di giocatori storici come Paulius Jankunas e vecchie glorie abituate a giocare all’estero ma ancora vicine al top come Rimas Kaukenas e i due gemelli Lavrinovic (Ksistof e Darijus), americani di qualità come l’ex milanese Ibby Jaaber o Oliver Lafayette, diretti dal tecnico spagnolo Joan Plaza, ex del Real Madrid. La squadra gioca in un’arena costruita su un isolotto artificiale nel mezzo del fiume Nemunas. La “Zalgirio Arena” è costantemente esaurita, elegante, con le lucine verdi che illuminano il cammino degli spettatori. Ha ospitato la finale degli Europei del 2011 e resta probabilmente una delle migliori d’Europa se non la migliore.