
“80limpia” è stata presentata oggi presso la Sala Buzzati di RCS a Milano in un “talk show” di quasi un’ora e mezzo con la presenza del Presidente Livio Proli e di alcuni dei grandi campioni del passato come Sandro Gamba, Dino Meneghin, Arthur Kenney e ancora Franco Casalini, Coach Dan Peterson, Franco Boselli, Giando Ongaro, Gianfranco Pieri, Mauro Cerioni. Il Presidente Proli ha raccontato come i valori del “gruppo Armani siano gli stessi che hanno percorso la storia dell’Olimpia. Il Signor Armani da persona responsabile, primo tifoso di questa squadra, sta anche pensando al futuro del club a lungo termine per quanto lui sia un “highlander”. Obiettivi? E’ giusto puntare al massimo anche in Europa, dove i competitor sono tremendi da tutti i punti di vista, dovremo alzare il livello dei nostri muscoli ma siamo pronti a farlo. Armani per l’Olimpia ci sarà sempre”. Divertenti i siparietti dei campioni presenti. “Io e Meneghin facevamo a pugni? No ci capivamo male, nessun problema. Arrivai all’Olimpia in seguito ad un altro misunderstanding con il Signor Tillman e poi venni a Milano”, ha raccontato Arthur Kenney. Ma quello che ha colpito di più è come tutti abbiano riconosciuto nell’Olimpia un valore che supera i tempi e la lontananza. “Chi viene all’Olimpia resta per sempre all’Olimpia”, ha detto Kenney. “All’Olimpia sono stato 25 anni – dice Sandro Gamba – e mi ha insegnato tuttto, le regole, a vivere, a vestirmi, ad essere disciplinato”. “Quando andai via da Varese stavo già pensando a smettere – dice Dino Meneghin – e l’Olimpia mi ha dato una seconda possibilità, opportunità che non avrei potuto avere in nessun altro posto se non qui”. Gianfranco Pieri ha scherzato ma non troppo: “Segnai 34 punti al Borletti. Mi marcarono tutti, Rubini, Romanutti, Stefanini, ma non ce n’era per nessuno. Dopo quella partita Milano mi comprò da Trieste. Ho vinto nove scudetti in 13 anni, qualcosa ho fatto”. L’ha detto anche Mason Rocca: “Ho conosciuto la storia del club, era un peso all’inizio ma poi diventa una responsabilità. Giocare all’Olimpia è come essere un buon padre, bellissimo ma di grande responsabilità. Ho capito che qui prima ancora che vincere era importante come stavi in campo, come giocavi”.